Impennata di casi nell’Ulss 7: aumentano le aree Covid a Bassano e Santorso
I numeri dei ricoveri legati all’epidemia da Covid-19 negli ultimi giorni sono impietosi e preoccupano non poco i manager e primari dell’Ulss 7 Pedemontana: nel pomeriggio di venerdì 10 dicembre i pazienti positivi ricoverati, secondo il report diffuso dall’azienda socio-sanitaria, erano ben 97, dei quali 6 in terapia intensiva: se a fine novembre i nuovi ricoveri erano 1-2 al giorno, da lunedì 6 dicembre a venerdì 10, quindi in soli cinque giorni, si è passati da 78 a 97 ricoverati, ossia una media di 5 nuovi ricoveri quotidiani. La curva insomma si è impennata e non promette nulla di buono. L’unico fattore positivo sono i decessi e i pazienti in terapia intensiva, praticamente fermo il primo dato e stabile il secondo.
Se si vuole confrontare le dimensioni del contagio oggi con quelli della seconda ondata di un anno fa esatto, si evidenzia che allora con 200-250 nuovi casi al giorno di media, erano circa 250 le persone ricoverate negli ospedali dell’Ulss 7, di cui ben 47 in terapia intensiva: oggi sono 97 in totale e 6 in terapia intensiva.
Analizzando inoltre i contagi odierni, ossia le persone “attualmente positive” (dato di venerdì 10 dicembre) a ieri queste erano quasi quattromila: 3.998, per la precisione (un anno fa, circa il doppio). Anche questo dato ha però registrato una impennata nelle ultime due settimane, dato che erano la metà, ossia duemila, il 26 novembre scorso. Un aumento dovuto alla quantità di persone non coperte dai vaccini, dalle varianti e dalla decadenza della copertura a sei mesi dalla seconda dose.
Il Distretto 1 travolto dai contagi
In merito ai contagi, va sottolineato tuttavia una lampante differenza fra i due distretti: il Distretto 1 (Bassano-Asiago) conta oggi ben 2.460 casi, contro i 1.538 del Distretto 2 Alto Vicentino, pressoché a parità di popolazione (187 mila abitanti nell’Alto Vicentino, 180 mila nel distretto bassanese).
“Nel bassanese – spiega il direttore sanitario dell’Ulss 7, Antonio Di Caprio – riscontriamo una percentuale più bassa, di alcuni punti percentuali, di vaccinati”. E più contagi significa ovviamente più ricoveri, come lo spiega lo stesso direttore generale Carlo Bramezza: “La statistica ormai è chiara: il 10% dei contagiati finisce in ospedale. E già con i numeri dei nuovi positivi di questi giorni sappiamo che avremo una recrudescenza dei ricoveri per minimo le prossime due settimane”.
Quanto al profilo dei ricoverati, l’80% dei pazienti in terapia intensiva e oltre il 70% di quelli in area non critica non è vaccinato. L’età media dei pazienti vaccinati è poi più alta (78 anni) e presenta comorbidità, mentre fra i non vaccinati è 63 anni. Fra i vaccinati noltre l’uscita dall’ospedale è più rapida.
Gli aumenti giornalieri di contagi danno il segno di una situazione che qualora non si premesse l’acceleratore sulle somministrazioni della dose booster di vaccino, potrebbe precipitare: a inizio novembre l’aumento quotidiano della massa di contagiati era di una decina di unità, a metà novembre di 50-70 al giorno, a fine novembre mediamente di 130-150, mentre negli ultimi tre giorni l’aumento di persone “attualmente positive” ha superato anche i 300. Se poi si guarda al numero dei nuovi contagi scoperti giornalmente, ora i numeri sono impegnativi: si va dai 462 segnalati ieri ai 281 del 9 dicembre, ai 369 del 7 dicembre.
Di fronte a questi numeri, ai manager dell’Ulss 7 non è rimasto che aumentare la disponibilità dei posti letto, senza però sovraccaricare come nella prima ondata (ma non nella seconda e terza) il Covid hospital individuato dalla Regione, ossia quello di Santorso. Una decisione che, almeno per il momento, ha voluto tenere probabilmente conto dell’impegno pregresso dell’ospedale di Santorso sul fronte dell’epidemia e del maggior carico di pazienti provenienti proprio dal bassanese. Alla luce dei dati è stato deciso anche il potenziamento dello staff del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dedicato all’attività di contact tracing, con l’inserimento di 7 nuovi operatori, per un totale di 20 unità.
Le variazioni nell’organizzazione ospedaliera
Per far fronte a questa nuova ondata, l’Ulss 7 Pedemontana ha già potenziato le disponibilità di posti letto Covid: all’ospedale di Bassano sono passati da 20 a 25, all’ospedale di Santorso da 36 a 48, ma la crescita continua dei contagi e la pressione dei ricoveri Covid in area non critica impone la necessità di dover attivare ulteriori due aree Covid, una a Bassano e una Santorso, così da avere a disposizione ulteriori 20 posti letto per pazienti positivi in ciascuna struttura. Queste misure comporteranno in entrambi gli ospedali, a partire da lunedì 13 dicembre, un’ulteriore riduzione dell’attività chirurgica programmata.
Inoltre l’ospedale di Comunità di Marostica sarà completamente riconvertito in area Covid, passando così da 10 a 28 posti letto, grazie anche alla collaborazione delle strutture residenziali territoriali alle quali è stata chiesta la disponibilità di alcuni posti letto per i pazienti negativi con indicazione di ricovero in una struttura ospedaliera a basso livello di intensità assistenziale.
Sempre per quanto riguarda gli ospedali, alla luce dell’ulteriore incremento dei casi positivi che dimostra un’elevata circolazione del virus, a partire da lunedì 13 dicembre saranno sospese le visite ai degenti ricoverati in tutti gli ospedali dell’Ulss 7 Pedemontana, fatta eccezione per Pediatria e Ostetricia, dove rimarrà la possibilità per i padri di assistere alla fase finale del parto e alle prime procedure di assistenza, nelle due ore successive; e per particolari situazioni a giudizio dei direttori dei reparti, come ad esempio le visite ai malati terminali.
La campagna di vaccinazione
Parallelamente prosegue a ritmo serrato la campagna di vaccinazione: la media giornaliera si attesta ormai a oltre 3.400 vaccinazioni e solo negli ultimi 7 giorni sono state 25.546 le dosi somministrate (oltre 573 mila dall’inizio della campagna). Anche se c’è stato un significativo incremento delle prenotazioni per le prime dosi, sulla spinta anche delle nuove disposizioni di legge sul Green Pass, naturalmente la quota più significativa riguarda le terze dosi.
La campagna di richiamo ha raggiunto il 51% degli over 80, con oltre 13.200 somministrazioni, il 29,6% nella fascia di età 70-79 anni, il 27% tra i 60-69enni, il 12,5% tra i 50-59 anni. Significativa anche la risposta dei quarantenni, arrivati ormai al 7,6%. Oltre 2.000 le somministrazioni già effettuate anche per i trentenni e altrettante per i ventenni. Complessivamente in ULSS 7 Pedemontana sono quasi 52 mila le terze dosi già somministrate.
“È un dato molto importante – commenta Bramezza – perché una volta di più ci consente di sottolineare come la stragrande maggioranza della popolazione abbia scelto di proteggersi dal virus con il vaccino. Allo stesso tempo, soprattutto nelle fasce di popolazione più anziana, auspichiamo che la campagna per il richiamo possa rapidamente raccogliere un’adesione ancora maggiore, perché i più anziani oltre a essere soggetti di per sé più fragili e quindi a rischio, sono anche quelli per i quali è trascorso più tempo dalla somministrazione del vaccino, e le loro difese immunitarie inevitabilmente si stanno abbassando”.
“Inevitabilmente i nuovi posti letto Covid che abbiamo dovuto attivare ci costringeranno a ridurre alcune attività chirurgiche e ambulatoriali. Ancora una volta sottolineiamo che non è una questione di spazi, ma di personale, tanto più che i pazienti Covid richiedono generalmente un livello di assistenza e quindi di impegno da parte del personale superiore rispetto ad altre tipologie di pazienti. Per il momento, in ogni caso, stiamo riorganizzando le attività con una riduzione il più possibile equilibrata tra i diversi reparti e ospedali, evitando chiusure o sospensioni complete di singoli servizi. Stiamo monitorando la situazione di giorno in giorno per mantenere il più possibile le attività ordinarie. È evidente però che se questo trend dovesse continuare, le conseguenze sono destinate a diventare più rilevanti”.
Anche per questo motivo, il dg Bramezza lancia un appello: “Chiedo a chi ancora non l’ha fatto di prenotare la terza dose, perché è fondamentale poter contare sul livello più alto possibile di difese immunitarie. Allo stesso tempo mi auguro che tutta la popolazione comprenda la gravità della situazione e adotti le necessarie precauzioni: il virus ha ripreso a girare in modo molto diffuso, questo significa che i contatti sociali rappresentano una concreta possibilità di contagio. Dobbiamo quindi rispettare in modo scrupoloso le misure di prevenzione, a partire dall’utilizzo della mascherina: il numero di nuovi casi ci dimostra invece che c’è ancora troppa trascuratezza da parte di molti”.