Ecopiazzola “bollente”, forze dell’ordine per liberare l’area. Etra: “il cantiere parte”

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La sede Etra di Cittadella

S’inasprisce la questione dell’ecopiazzola di San Vito a Bassano del Grappa, in seguito all’annuncio stampa denso di “spine” di ieri del sindaco Nicola Finco e l’opposizione opposta di più cittadini residenti nella zona dove è previsto il cantiere per la realizzazione dell’isola di raccolta rifiuti di via Cogo per un investimento da 300 mila euro, coperto e garantito – ma attenzione fino a scadenza – dai fondi Pnrr.

Ora è il portavoce dell’azienda multiutility con sede a Cittadella Flavio Frasson a intervenire sul tema esprimendo tutto le perplessità riguardo una querelle annosa trasportata dal piano politico a quello pratico. Sul sito è dovuta intervenire la polizia di Stato dal Commissariato bassanese per procedere allo sgombero di chi ha raccolto l’invito a mettersi fisicamente di “traverso” per impedire l’avvio dei lavori.

Sempre da parte dell’azienda viene descritto quanto accaduto ieri, all’indomani anche delle rassicurazioni parziali da parte del sindaco che solo ieri garantiva l’attivazione di una proposta alternativa, per quanto tutta da verificare nelle tempistiche. Dopo una verifica della regolarità dei documenti dei tecnici di Etra, i cittadini sono stati invitati a liberare il sito al fine di consentire la prosecuzione dei lavori. La zona è stata così recintata in modo da poter proseguire in sicurezza, innanzitutto con la valutazione di rischio bellico. “La questione delle ecopiazzole – si legge poi nella nota di Etra Spa – era già salita agli onori delle cronache durante la fase finale della campagna elettorale della scorsa primavera quando era diventata anche materia di scontro politico. Ora l’argomento è tornato di attualità dovendo Etra procedere con i lavori che vanno conclusi entro l’anno per non perdere il contributo Pnrr ottenuto dall’Unione Europea.

L’ecopiazzola Etra del quartiere San Vito rimane “in bilico”. E ballano 300 mila euro

Si tratta qui di una delle tre ecopiazzole che la società si è impegnata a realizzare in base alla convenzione stipulata con il Comune. Le altre due sorgeranno, salvo intoppi a questo punto viene da pensare, in quartiere Rondò Brenta e quartiere 25 Aprile. I passaggi in Consiglio comunale, nei diversi organismi e uffici comunali di Bassano dal 2015 in avanti, senza osservazioni o critiche, rivelano che non erano state ravvisate criticità in questa struttura. “I criteri – si apprende ancora – che hanno guidato la progettazione sono la facile accessibilità anche da parte di persone senza grande mobilità, la massima sicurezza del sito (che sarà curato dagli operatori della società), le soluzioni tecniche all’avanguardia. L’area prevede press container innovativi che garantiranno alla cittadinanza il conferimento rifiuti più agevole e complementare alla raccolta porta a porta, attivi tutti i giorni 24 ore su 24 e accessibili agli utenti tramite Ecocard”.

La conclusione espressa a chiare lettera, dal punto di vista sella società, consiste nel fatto che una nuova progettazione, a parte portare un risultato peggiore in termini di qualità per l’utenza, potrebbe far perdere il contributo europeo che rappresenta un’occasione che non si ripeterà facilmente e comporterebbe inevitabilmente un incremento dei costi. “Dispiace – conclude  il presidente Flavio Frasson – perché alla fine chi ci rimette sono i cittadini e la comunità locale che rischia di perdere un’opportunità. Non mi è mai successo, in tanti anni, che dei cittadini non volessero la costruzione di un’isola ecologica moderna e soprattutto facilmente accessibile. Una nuova ecopiazzola è necessaria considerata l’alta densità abitativa della zona: gli utenti che vi avranno accesso avranno un grande vantaggio, ma in questo caso alcuni di loro la vorrebbero spostare fuori dal centro abitato. Questo atteggiamento di pochi, noto come sindrome Nimby, ovvero “Not In My Back Yard,” che in italiano si potrebbe tradurre con “Non nel mio cortile”, rischia di creare un disservizio per tanti altri che sarebbero costretti a percorrere lunghe distanze per accedervi. Abbiamo pensato a persone anziane o a chi non ha l’auto per spostarsi? Non possiamo, in questo tipo di decisioni, farci guidare dall’egoismo e dalla totale mancanza di competenze di pochi individui”.