Impresa riuscita per Stefano Farronato: ha conquistato il Vatnajokull tra i ghiacci islandesi
Giovedì 21 marzo, dopo 14 giorni di cammino e 160 km percorsi trainando l’occorrente per sopravvivere in mezzo al ghiaccio, il Team di Ferdasky ha portato a termine la traversata integrale del Vatnajokull, il più grande ghiacciaio d’Europa per volume.
Intorno alle 19, il team composto da Stefano Farronato, Roberto Ragazzi e Roberto Fantoli è stato accolto all’uscita del ghiacciaio dal Rescue islandese che li ha riportati in città. Il Team ha dovuto accelerare la conclusione della missione per evitare la tempesta di neve in arrivo, che avrebbe impedito al Rescue di intervenire. Una volta concluso il recupero, le guide locali hanno elogiato l’audacia dell’impresa, resa particolarmente difficile dalle condizioni meteorologiche costantemente avverse.
Il team, partito da Reykjavik il 6 marzo, ha raggiunto il plateau del ghiacciaio superando sfide che ne hanno messo a dura prova la determinazione e la resistenza. Le nevicate continue, la visibilità nulla, il vento tra i 20 e 40 metri al secondo – con raffiche fino a 120 km/h – hanno imposto anche una sosta forzata di 36 ore in tenda. “Il bianco è stato totale per 12 giorni su 14. Vedevamo appena le punte degli sci – racconta Stefano Farronato -. Solo durante i primi due giorni siamo riusciti a vedere il cielo, un incredibile cielo stellato e una meravigliosa aurora boreale. Per il resto del viaggio la visibilità era ridotta a zero. Whiteout. Il nulla più totale”, spiega l’esploratore bassanese.
“Le condizioni erano estreme, abbiamo conquistato faticosamente ogni singolo metro. Oltre al problema della visibilità – che rendeva difficile proseguire, seguire il GPS, mantenere l’equilibrio – nevicava di continuo. Ogni notte scendevano dai 40 a 60 cm di neve fresca che ogni mattina dovevamo spalare per uscire dalla tenda. La temperatura media era di – 20°, ma questa tutto sommato è stata una fortuna perché a -5° sudi e, se sudi, ti ghiacci”, precisa Farronato.
“L’aspetto più difficile di questa impresa non è stato quello sportivo, ma quello psicologico. A resistere alla fatica, alle condizioni avverse, alle difficoltà ci s30iamo allenati per mesi, ma non eravamo preparati al bianco totale, al silenzio, ad essere immersi nel nulla per 12 giorni – racconta il bassanese -. Lungo quel cammino così lungo e faticoso, dove i limiti fisici e mentali erano messi continuamente alla prova, mi concentravo proprio su quel bianco e pensavo a come potevo riempirlo, con quali colori. Dipende tutto da noi, la forza sta tutta nella nostra testa. Lo puoi riempire di grigio o dei colori dell’arcobaleno”.
Roberto Ragazzi racconta: “In un momento di estrema tensione, abbiamo raggiunto il rifugio di Grimsfjall affrontando nel bianco più totale una pendenza scoscesa, minacciata da un sovraccarico di neve da sottovento. Ma proprio quando la situazione sembrava al limite, abbiamo ricevuto un dono inaspettato: una breve finestra di sole che ci ha permesso di valutare con chiarezza la discesa più sicura. È stata l’unica concessione in un viaggio altrimenti privo di favori dalla Natura”.
Sventolando orgoglioso il tricolore insieme ai compagni, Roberto Fantoli aggiunge: “Immersi in spazi infiniti e immensi, ci siamo ritrovati a confrontarci con la grandezza della Natura, realizzando quanto siamo piccoli di fronte alla sua maestosità”. Il Vatnajokull è una delle più grandi calotte di ghiaccio al mondo, simbolo della fragilità dell’ecosistema di fronte ai cambiamenti climatici, e l’impresa Ferdasky rappresenta un’importante occasione per riflettere sulla fragilità degli ecosistemi glaciali e sull’importanza di intraprendere azioni concrete per preservarli.
Rientrato in Italia domenica 24 marzo, il Team si prepara alla prossima sfida: in collaborazione con Cimberio Spa e con l’Ong Vispe, è in corso il progetto charity “From ice for life”, che mira alla costruzione di un vitale acquedotto in Burundi. Nei prossimi mesi, inoltre, i tre esploratori hanno in serbo un fitto programma di incontri aperti al pubblico in varie città d’Italia, durante i quali racconteranno la spedizione appena portata a termine e il progetto charity in corso.