Integrazione scolastica: 6500 firme raccolte dai genitori contro il bando dell’Ulss 7
Sono partite due raccolte firme contro il bando dell’Ulss 7 Pedemontana per il taglio di 32 mila ore e l’esternalizzazione del servizio di integrazione scolastica, che garantisce il supporto di operatori a scuola per gli alunni e le alunne con disabilità più gravi. Due petizioni molto simili, che si appellano non solo all’Ulss 7, ma anche ai sindaci del territorio e che vanno di pari passo con i dubbi alzati sul fronte sindacale dalla Cgil.
I due appelli, veri e propri “manifesti per una vera integrazione scolastica dei ragazzi disabili” e propongono un modello di collaborazione propositiva con sindaci e Ulss, per portare loro i bisogni reali, evidenziare le problematiche ed evitare sprechi. Fanno capo ai genitori di figli e figlie con disabilità dell’Alto Vicentino e all’associazione “Effetto E” per il Bassanese. Complessivamente hanno raccolto in pochi giorni 6.500 firme.
Da parte sua, oggi Eddi Frezza, direttore dei servizi sociali dell’Ulss 7 Pedemontana, sul Giornale di Vicenza ha spiegato che “il fabbisogno indicato dalla neuropsichiatria infantile per ciascun ragazzo non è stato toccato” e che l’azienda socio-sanitaria ha deciso, proprio in questi giorni, di di non appaltare tutto il servizio, ma di lasciare che il personale dipendente dell’Ulss che desidera rimanere nell’integrazione scolastica possa farlo.
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Intanto, quella che segue è la lettera-testimonianza di Elena Zordan, mamma dell’Alto Vicentino con un figlio con disabilità, che diventa voce di tutti gli altri genitori.
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Ciao Elena, sai oggi Elia lo porto a scuola alle 10 perché la Oss che gli hanno assegnato non ha esperienza con bambini, arriva da Rsa, non lo sa gestire e anche ieri è tornato a casa con lividi da scuola“.
“Ciao mamme, dove mandate i ragazzi ai centri estivi? Ci mettiamo d’accordo così ci aiutiamo col trasporto?“.
“Ma veramente io non credo di riuscire a mandarlo al centro estivo perché dalla ulss mi dicono che devo pagare, oltre al centro estivo, anche la Oss che lo segue, perché Daniele non è autonomo e ha bisogno di assistenza, come a scuola“.
Queste sono alcune conversazioni che ho avuto con altri genitori, di bambini disabili e normodotati. Questa è la situzione che si presenta adesso e che non potrà che peggiorare quando il bando della Ulss 7 per l’appalto per gli operatori sociosanitari che lavorano nelle scuole nell’integrazione scolastica, sarà operativo. Il nuovo bando prevede la completa esternalizzazione del servizio, il taglio di 32 mila ore di servizio, l’assegnazione ad altre mansioni di 12 operatori Ulss altamente formati, alcuni con ormai 20 di esperienza alle spalle.
Poi sento amministratori pubblici dire frasi del tipo “Avere la possibilità di frequentare la scuola è un bene prezioso, in altri paesi del mondo è ancora precluso” e mi chiedo perché stanno facendo orecchie da mercante alle richieste della nostra associazione di approfondire i punti del nuovo bando. Come possono garantire l’accesso in sicurezza a scuola di bambini disabili con 32 mila ore in meno di operatore socio sanitario? La risposta dei sindaci è che il servizio di integrazione scolastica è oggetto di delega all’Azienda Socio Sanitaria: le modalità con le quali il servizio viene programmato e realizzato sono di conseguenza demandate all’Azienda.
Le modalità organizzative e di erogazione del servizio sono affidate alle figure professionali che operano nelle Unità Operative della neuropsichiatria infantile e della disabilità, e dovrebbero richiedere una analisi puntuale delle situazioni individuali dei fruitori del servizio e non dare dare una risposta univoca per bambini che presentano bisogni molto differenti tra loro. Allora perchè c’è un tetto massimo di 16 ore di Oss imposto dalla Ulss 7, anche per i casi ad alta complessità sanitaria (ad oggi 11 nel nostro territorio su 585 bambini che complessivamente usufruiscono del servizio)?
Il taglio di 32 mila ore è in contrasto con la necessità di superare il limite di 16 ore settimanali max a bambino, con la richiesta delle famiglie di avere un operatore anche per i centri estivi. Effetto E Aps è un’associazione costituita lo scorso 25 gennaio per rappresentare le istanze delle famiglie con bambini con disabilità, comprese quelle “ad alta valenza”. Ad oggi contiamo una cinquantina di genitori residenti in tutto il Veneto.
Abbiamo già parlato con la dirigenza dell’Ulss 7 e con molti sindaci dell’area interessata per chiedere chiarimenti e rassicurazioni. Ma le risposte non sono state chiare. A questo punto pensiamo che solo sensibilizzando l’opinione pubblica e chiedendo solidarietà alle altre famiglie, potremo riuscire ad ottenere ascolto e a far sì che le nostre esigenze non vengano ignorate. Di qui l’idea di una raccolta firme per sostenere quella che è una vera e propria battaglia di civiltà.
Non pretendiamo che alle nostre richieste venga dato seguito nell’immediato, ma che vengano inserite nel bando e nel capitolato operativo. Auspiachiamo che si tracci un programma per arrivare ad avere un servizio di integrazione scolastica di qualità, che garantisca a tutti i ragazzi il diritto allo studio in sicurezza per una vera integrazione sociale.