“La scuola torni in presenza”: grande partecipazione ai flash mob a Bassano e Nove
Présidi e flash mob partecipati anche nel vicentino oggi da parte dei genitori, studenti e insegnanti che chiedono la scuola in presenza. Una manifestazione nazionale organizzata dalla Rete Nazionale “Scuola in Presenza” che ha coinvolto 12 regioni d’Italia. Nel vicentino genitori in piazza a Bassano e Nove. A Bassano la manifestazione più imponente, con oltre 400 partecipanti (sindaco Elena Pavan compresa), armati di campanelle e pentole e autorizzati dal locale Commissariato di Polizia. 150 in piazza anche a Nove. Domani alle 10 si replica a Lonigo in piazza Garibaldi e alle 15 in piazza di Signori a Vicenza, in piazza Falcone e Borsellino a Schio, in piazza Silva a Marano Vicentino e in piazza Monza a Dueville.
“Ad un anno dall’inizio della pandemia – è scritto nell’appello lanciato degli organizzatori – le Istituzioni continuano a non riconoscere l’istruzione in presenza come diritto fondamentale ed essenziale, in violazione della Costituzione. La scuola, ci ricorda l’art. 34 della stessa, è ‘aperta a tutti’ e tutti i giovani hanno diritto a un percorso di studi di qualità. Gli studenti, e le loro famiglie, stanno ancora una volta pagando un prezzo altissimo, sia in termini di istruzione negata, sia per il danno psicologico e sociale causato dall’uso prolungato della Didattica a Distanza e dell’obbligo innaturale all’isolamento”.
“Sconcertati dall’indifferenza del Governo e delle Regioni su un tema fondamentale per il futuro del nostro Paese e preoccupati dalla crescente disuguaglianza sociale – afferma la nota – , i comitati aderenti alla Rete Nazionale ‘Scuola in Presenza’ scende in piazza in maniera coordinata e sicura per chiedere il ripristino immediato della didattica in presenza per ogni ordine e grado d’istruzione. Non tollereremo, in ogni caso, che si rimandi l’apertura oltre l’8 aprile né che la Didattica a distanza venga adottata come ‘soluzione’ di lungo termine al problema della pandemia mentre altri Paesi europei si attivano per difendere l’istruzione in presenza. Uniti da Nord a Sud siamo pronti a mobilitarci in ogni sede per far in modo che gli studenti italiani di ogni regione possano godere di uguali diritti e per frenare il crescente gap di formazione e salute nei confronti dei loro coetanei europei”.
La rete «Scuola in Presenza», apartitica e trasversale, raggruppa al momento oltre 20 comitati e associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia che già da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola. Insieme rappresentiamo quasi 40 mila aderenti e sostenitori che hanno a cuore il futuro del Paese.
Cosa chiede la Rete Scuola in Presenza alle istituzioni
1. Riconoscere che l’istruzione è un diritto fondamentale ed essenziale che deve pertanto rimanere svincolato dall’automatismo delle “zone a colori”. Le Istituzioni si devono adoperare per mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione. La scuola deve essere l’ultimo luogo a chiudere in caso di picco di contagi, non il primo. Non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse.
2. Rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a Distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento.
3. Ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti. La prolungata mancanza di socialità e di una sana relazionalità didattica sta determinando tra i giovanissimi un allarmante aumento dei casi di tentato suicidio e di autolesionismo, mentre la scarsa attività fisica e il dilatarsi del tempo trascorso davanti a tablet e PC inducono l’aumento dei casi di pubertà precoce.