“Era colore e coraggio”. Addio all’artista Daniele Marcon, affetto da Sla. Aveva 58 anni
Il mondo dell’arte contemporanea e in generale della cultura, ma anche tutti coloro che hanno apprezzato il coraggio e la determinazione dell’uomo prima che del pittore, piangono la morte di Daniele Marcon. Uomo, ma anche padre di due figlie e un marito, e persona giramondo nei suoi viaggi in Asia, in passato spesso dedicati a trovare spunti poi da rivisitare e riversare nelle sue opere, come riconosciuto autore di tele apprezzate in più mostre nel corso degli anni, oltre che nel suo studio di via Cerini.
Marosticense per nascita e residenza, Marcon per oltre 15 anni dopo la diagnosi definitiva ha dovuto affrontare una malattia neurodegenerativa, scoperta nel 2008: la Sla, acronimo di sclerosi laterale miotrofica, che gradualmente ne ha compromesso le abilità manuali ma che non ha mai intaccato la creatività e la forza di volontà nel proseguire nel suo lavoro artistico.
Negli ultimi tempi, attraverso un software tecnologico di supporto al computer, riusciva a dipingere attraverso i comandi con gli occhi. “Ora riposa in pace nell’immensa bellezza – scrive un amico all’indomani della morte – dopo aver convissuto con la SLA per molti anni, con infinita pazienza e dignità. Amava la vita”. E ancora: “Daniele Marcon in quello spazio era colore e coraggio. Un desiderio di vita oltre le sofferenze dell’esistenza”.
Il pittore vicentino è mancato nei giorni scorsi a 58 anni di età, era della classe 1965, cresciuto a Marostica, dove è nato. Sarà salutato dalla comunità di Crosara domani pomeriggio – alle 15 la cerimonia di addio – con i parenti più cari e gli amici stretti intorno alla moglie Sonia e a Sara e Sofia, i frutti della loro unione. Una passione dalle radici profonde quella per l’arte per lui, figlio di un artigiano ceramista, maturata dalla gioventù nel corso degli studi superiori all’istituto di Nove e poi a Venezia, coltivata in proprio a partire dagli anni ’80, da giovane uomo alla ricerca di stimoli da tradurre in opere.
Lo studio e l’abbinamento dei colori contenuti diverse forme e tonalità hanno accompagnato Marcon nel suo percorso pittorico, ed è stato è anche autore di un libro, intitolato “Gioia di Vivere“, continuando a dipingere finchè la malattia glielo ha consentito: un’accurata e originale biografia attraverso immagini scattate nei viaggi in India, parole e opere densa di amore per la vite e per le bellezze del mondo.
Nel 2019, con l’aiuto di Sofia, l’artista marosticense ha esposto al Museo Civico di Bassano e nella The Bank Contemporary Art Collection, sempre alle pendici del Grappa, ma sono tanti altri gli eventi culturali a cui ha partecipato in oltre trent’anni di lavoro, a carattere collettivo o personale. Attraverso la vendita del volume, la famiglia Marcon ha aiutato concretamente un’associazione – Mancikalalu Onlu – che si occupa di bambini indiani in situazioni di disagio e di bisogno, molto cara a Daniele.