Ricoveri Covid in calo, riapre l’unità riabilitativa territoriale
A partire dal 1° marzo sarà riattivata l’Unità Riabilitativa Territoriale (URT) di Marostica, dopo che nelle ultime settimane la struttura era stata riconvertita per accogliere i pazienti Covid, arrivando a ospitarne fino a 38. Ad oggi i pazienti positivi ancora ricoverati a Marostica sono 21 e questo consentirà di riattivare l’Urt inizialmente con 10 posti letto, per poi tornare gradualmente a regime, dunque con 20 posti letto, man mano che proseguiranno le dimissioni dei pazienti positivi. L’Urt è destinata a pazienti dimessi dall’ospedale per acuti in quanto clinicamente stabilizzati, ma che presentano ancora delle problematiche sanitarie e riabilitative risolvibili con un ricovero temporaneo.
«Medici, infermieri, Oss, tutti hanno svolto un lavoro eccezionale a Marostica, non solo per l’assistenza ai pazienti Covid qui ricoverati, ma anche sostenendo con il loro impegno i colleghi delle altre strutture. La possibilità di ricoverare qui i pazienti Covid ha avuto infatti un ruolo fondamentale, perché ci ha permesso di liberare posti letto Covid a Bassano e a Santorso e questo ha favorito anche la possibilità di mantenere le attività ordinarie in misura superiore a quello che altrimenti sarebbe stato possibile, in particolare le attività chirurgiche. Quindi anche moltissimi pazienti non Covid hanno beneficiato in una certa misura del loro lavoro, senza saperlo – ha detto il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza -. Nell’ultimo anno abbiamo sottolineato più volte l’importanza di creare maggiori sinergie tra i nostri ospedali e tra le strutture ospedaliere e quelle territoriali, di ragionare sempre di più come un’azienda unica, quale effettivamente siamo: credo che il ruolo che ha avuto Marostica nel modo in cui abbiamo gestito la quarta ondata sia un buon esempio dei risultati che è possibile ottenere se si lavora tutti uniti».
L’Urt, infatti, è gestita direttamente dall’Ulss, con proprio personale e vede la presenza di infermieri, operatori socio-sanitari, fisioterapisti e logopedisti, con la supervisione di medici e fisiatri. Il servizio è potenzialmente rivolto ad una fascia molto ampia di utenti, prevalentemente anziani ma non solo, provenienti soprattutto dai reparti di geriatria, medicina generale, neurologia e ortopedia. Pazienti che necessitano per lo più di riabilitazione neurologica e motoria per la riduzione di forme di disabilità residua dopo eventi acuti o in seguito alla riacutizzazione di patologie cronache: si spazia da chi ha subito una frattura importante ai pazienti colpiti da ictus in forma non grave.