Spettacolando – Marostica Summer Festival in estasi per il mito di Ben Harper
Sulla scacchiera di Marostica, il Summer Festiva muove il Re.
Che Ben Harper sia un genio non lo scopriamo ora, ma la memoria emozionale fa brutti scherzi. Come l’innalzamento delle aspettative, che possono crescere esponenzialmente con l’interminabile attesa. Nel dubbio, il genio, spalleggiato magistralmente dagli “Innocent Criminals”, ha preferito ricordarci che andare a sentirlo suonare dal vivo è uno dei motivi per i quali vale la pena vivere, e aspettare.
La sua voce è calda e morbida, come il suo modo di stare sul palco. Braccia tese che arrivano fino alle mura di Marostica, mani che accarezzano noi e la storica band con cui non suonava da sette anni: un abbraccio che ci fa sentire unici e un po’ speciali.
Ben Harper è tutto e definirlo polistrumentista è riduttivo: quando come da rituale si siede e stende la chitarra elettrica sulle gambe, succede una cosa che di solito ai concerti non accade. Per qualche manciata di minuti sembra di sentire un mix perfetto tra Mark Knopfler e i Pink Floyd: per rendere l’idea, diciamo che ci si avvicina all’immagine che si può avere di paradiso.
Abbiamo atteso tre anni questo momento, e abbiamo goduto come matti per due ore: la musica ha regnato come merita, è mancato solo il ballo sotto il palco e il delirio scatenato. Ma anche da seduti è andata bene: il paradiso può attendere.
Paolo Tedeschi