Via il sindaco dopo la crisi conclamata: 7 i consiglieri dimissionari. Nove affidata a un commissario
Si è di fatto già concluso a sorpresa e con largo anticipo il primo mandato amministrativo di Raffaella Campagnolo, sindaco di Nove. Con l’inevitabile conseguenza istituzionale del futuro commissariamento prefettizio del Comune vicentino noto in Veneto come “città della Ceramica” fino a quando verrà fissata la data delle prossime elezioni amministrative. Già nominata in questo ruolo Renata Carletti, che assumerà l’incarico nei prossimi giorni per portare avanti le questioni di ordinaria amministrazione. Viceprefetto vicario nella provincia di Vicenza, di recente aveva assunto il medesimo incarico a Recoaro Terme, e prima ancora nella vicina Marostica (due volte) e a Colceresa.
La crisi della maggioranza in giunta comunale a Nove è esplosa nel cuore dell’estate, ma gli antefatti risalgono alle scorse settimane dopo un clima di tensione che si portava avanti dopo mesi di maretta. Sono infatti diventate efficaci e irrevocabili lunedì le dimissioni rassegnate in blocco da sette consiglieri comunali e, pertanto, il Prefetto di Vicenza, Pietro Signoriello, ne ha preso atto e come da prassi di legge ha provveduto ad avviare la procedura per lo scioglimento del Consiglio Comunale, con ratifica da parte del Presidente della Repubblica.
A dare le dimissioni, decretando la fine dell’esperienza di sindaco di Raffaella Campagnolo, son stati tre consiglieri della maggioranza eletti con la lista “Noi con Nove” oltre a tutti quelli della minoranza. Di fatto si conclude così a “metà del guado” l’esperienza di sindaco della Campagnolo, eletta nel maggio 2019 dopo che nei mandati precedenti aveva assunto più incarichi da assessore comunale. Nell’ultima tornata elettorale aveva acquisito 1.2276 voti validi contro i 996 del rivale politico Franco Marcon, dando soluzione di continuità alla precedente maggioranza uscente.
Alla base dello “strappo” divenuto insanabile nello stesso gruppo di governo cittadino ci sarebbero dei contrasti legati alla gestione della Fondazione Danieli – a cui aggiungere una contestazione aspra dell’assenza di Campagnolo a una riunione proprio sul tema scuola in Regione da parte dell’assessore Donazzan – oltre a divergenze di carattere personale con la psicologa e giovane amministratrice locale di area civica di centrosinistra, accusata dagli ex alleati sulla stampa locale di un modus operandi chiuso al dialogo e accentratore. Istanze da cui, in un’intervista recente, l’ormai ex sindaco si era smarcato con decisione.
L’ultima tegola per lei, dopo ormai due settimane di contrasti e polemiche, sono state le dimissioni di Daniele Sartori, Diego Fabris e Francesca Fabris che, unite a quelle già “incamerate” in precedenza, hanno fatto il Consiglio Comunale in carica. Tre “addii” firmati lunedì mattina che hanno decretato la fine dei giochi, tra cui spiccano quello del “braccio destro”, il vicesindaco dimissionario (Diego) Fabris, e del capogruppo Sartori che si era assunto l’onere di far da mediatore. Saluti finali che seguono a quelli di altri due assessori usciti dalla giunta comunale (Sebellin e Scarpino), rimasta con un solo delegato oltre al primo cittadino. Ieri, prima di lasciare l’ufficio in Municipio, l’oramai ex prima cittadina ha inteso ringraziare tutti i dipendenti comunali e i colleghi sindaci per il lavoro svolto insieme.