Giulia, commessa dall’animo fragile, morì nella notte fra il 18 e il 19 dicembre 2021, pochi giorni prima di Natale: l’autopsia confermò che pestata in modo così forte da sfondarle il torace. La convivenza fra i due non era vista di buon occhio dai familiari della giovane, commessa dall’animo fragile.
A chiedere e ottenere il rinvio a giudizio il pm Serena Chimichi, la cui tesi ha convinto il giudice per le indagini preliminari, Roberto Venditti, che ha fissato il processo in corte d’Assise a carico di Cappellari (giovane senza un lavoro stabile, che trovava spesso un piatto caldo da frati di Bassano) per il primo febbraio. Il giovane è assistito dall’avvocato Dario Lunardon. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Antonio Marchesini, si è costituita parte civile e chiede giustizia.
La ricostruzione
Quella mattina fu lo stesso Cappellari (ora assistito dal legale Dario Lunardon) a chiamare il 118, asserendo che la compagna era caduta accidentalmente sui gradini del camper: versione che ha mantenuto fino ad ora. Il 30enne ha sempre detto di averla solo soccorsa, portandola all’interno e adagiandola sui sedili posteriori del mezzo, per poi chiamare l’ambulanza.
Il pubblico ministero invece, sostiene che Giulia fu pestata dal compagno, tanto da sfondarle il torace. Cappellari poi avrebbe anche tentato di ripulire il luogo del crimine, senza però a cancellare tutte le tracce, poi individuate dai carabinieri di Bassano e confermate dalle attente verifiche dei Ris di Parma.