Controlli nei laboratori-dormitori: 10 operai cinesi all’opera, sanzioni per 30 mila euro

Immagine di archivio

Per alcuni tra gli operai e operaie il luogo di lavoro, un laboratorio di confezioni tessili nel Comune di Romano d’Ezzelino, coincideva con il giaciglio dove riposavano nella notte, in un ambiente malsano e lontano dal garantire loro un ambiente salubre. Ad accertarlo nei giorni scorsi sono stati i Carabinieri della stazione locale, nell’ambito di uno dei controlli articolati in provincia di Vicenza per verificare il rispetto delle normative del Testo Unico sulla sicurezza del lavoro.

In questo caso specifico, all’interno dello stabile sono stati riscontrati tra uomini e donne 10 lavoratori all’opera, su macchinari non sicuri. Macchine da cucire e altri dispositivi per il taglio e confezionamento di capi d’abbigliamento risultati non a norma: privi sia dei sistemi di sicurezza obbligatori sia della documentazione richiesta per autorizzarne l’utilizzo in violazione alle leggi.

Questa e altre “mancanze” rilevate nel controllo hanno comportato una serie di sanzioni nei confronti di un 57enne di nazionalità cinese – erano connazionali tutti i dipendenti del laboratorio -, titolare dell’attività. L’ammontare complessivo è di circa 28 mila euro. L’asiatico, del quale non sono state diffuse le generalità e altre indicazioni su dati sensibili da pare del Comando provinciale dell’Arma, è stato inoltre denunciato in Procura a Vicenza e l’attività lavorativa sospesa fino a nuovo ordine.

Riguardo alla posizione dei vari cittadini cinesi impiegati, non sarebbero emerse irregolarità relative alla loro permanenza nel suolo italiano. Tutti i parte di queste persone, però, pare alloggiassero nella stessa struttura in stanze adibite a dormitorio, con più giacigli ricavati “alla buona”, situazione questa contraria alle norme di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro.