Un omaggio in nome di Fabrizio, il runner che amava correre tra le vette. Un anno fa l’addio
Era il mattino di sabato 30 maggio del 2020 quando, dalla sua abitazione di Bassano del Grappa, Fabrizio Bevilacqua, usciva per l’ultima volta per andare a correre. Salutando e dando appuntamento a una familiare per l’ora di pranzo. E per allenarsi sì, ma anche e soprattutto a riempiersi il cuore e l’anima di quelle montagne e di quei boschi e sentieri vicini a casa che lo facevano stare bene e in pace con se stesso.
A distanza di un anno esatto, di domenica, il runner originario di San Zenone deceduto in modo accidentale a soli 37 anni è stato ricordato sulle alture di Romano d’Ezzelino nel corso di una cerimonia molto sentita e pervasa dalla generosità di quanto hanno conosciuto Fabrizio. E hanno voluto rendergli omaggio attraverso una donazione a suo nome, proprio nelle vicinanze del luogo dove perse la vita, all’imbocco della Valle di Santa Felicita.
Durante la commemorazione è stata la sorella Annalisa Bevilacqua a consegnare in prima persona ai soccorritori del corpo Cnsas del Veneto un dispositivo di estricazione noto in gergo come “estricatore”, di quelli utilizzati dai vigili del fuoco per trarre in salvo persone intrappolate ad esempio tra le lamiere di un veicolo. Uno strumento utilissimo che entra in dotazione delle squadre di Soccorso Alpino, precisamente al team che opera nella zona Pedemontana Grappa, acquistato con i proventi di una colletta proposta tra i familiari e amici di Fabrizio, oltre ai compagni di passione del gruppo Emme Running Team di cui faceva parte l’impiegato commerciale. Nel corso del momento di raccoglimento e ricordo della figura del 37enne, avvenuta al sacello sacro, si è ricordato l’amico e fratello così come era avvenuto nei mesi scorso in occasione della Cronoscalata al Cavallo. Ripercorrendo i ricordi di quel tragico giorno di un anno prima. La corsa di allenamento dopo aver risalito in macchina le pendici del massiccio del Grappa fino alla valle, le scarpe allacciate e via sul percorso intrapreso del Sentiero del Cavallo che il runner conosceva a menadito.
Poi l’incontro con quel destino beffardo e imprevedibile, ad oggi ancora in parte inspiegabile. Una probabile scivolata o un inciampo e la caduta nel vuoto, le ricerche che si sono protratte per alcune ore dal mezzogiorno con la speranza di trovarlo da qualche parte, magari vittima solo di un infortunio come spesso capita in montagna, fino alle 18 di quel sabato, quando proprio gli operatori del Cnsas ritrovarono Fabrizio senza vita, per una corsa come tante altre. Lasciando la compagna, i genitori e la sorella Annalisa senza fiato.