Accusato di omicidio stradale il 22enne alla guida del camion che ha travolto suor Ferdinanda
Come si era compreso praticamente da subito, il conduttore dell’autoarticolato che martedì mattina alle 7.20 ha travolto e ucciso un’anziana suora a Rosà non si era accorto di nulla. Una giustificazione da appurare in sede di inchiesta e in seguito di processo che non può evitare al giovane autista Jakub Guzek, di 22 anni, l’accusa di omicidio stradale – ma probabilmente non di omissione di soccorso alla luce dei risvolti successivi – dopo che solo nel pomeriggio di lunedì il suo camion era stato rintracciato dalle forze dell’ordine.
Questo a distanza di 6 ore circa dal drammatico investimento che ha lasciato sull’asfalto, senza vita in seguito all’impatto con la cabina di guida, l’87enne Maria Ferraro, da tutti in paese conosciuta come suor Fernanda. Scenario dell’investimento via Capotano Alessio, sulla principale arteria stradale che attraversa la cittadina.
La consorella vicentina per nascita e residenza si stava recando come di consueto di prima mattina alla Santa Messa in Duomo, poco distante all’Istituto Pii Palazzolo, luogo dove la religiosa viveva dalla pensione nello spazio adibito a casa di riposo, dopo un’esistenza trascorsa tra le “Poverelle” nel comune rosatese. Un breve tragitto di poche centinaia di metri da percorrere a piedi attraversando la trafficata strada statale 47, passando sulle strisce pedonali proprio di fronte al Cinema Teatro Montegrappa. Spesso a quell’ora, “dribblando” i veicoli fermi in attesa del verde al semaforo in direzione Cittadella. Proprio qui in nelle circostanze descritte è avvenuto l’urto fatale che ha determinatola morte sul colpo della sfortunata anziana, senza che il camion con targa straniera si fermasse.
A nulla hanno valso i soccorsi giunti con l’ambulanza del Suem in una manciata di minuti dal vicino ospedale San Bassiano, mentre gli agenti di polizia locale si sono occupati di acquisire i filmati di sorveglianza e dei rilievi. Omissione di soccorso ad aggravare un evento già di per sé tragico, con qualcuno a pensare a un pirata della strada, versione poi smentita da un altro autista di mezzi pesanti che ha assistito alla scena come testimone. Fatti salvi gli approfondimenti sulla dinamica dell’incidente mortale, in mano al consorzio di polizia locale, l’impatto sarebbe avvenuto sul cosiddetto “lato cieco“, alla destra del posto di guida, come peraltro altre tristi vicende analoghe insegnano sulle strade del Veneto.
Il giovane autotrasportatore, dopo essere stato interrogato, ha trascorso le ore seguenti a disposizioni delle autorità italiane, prima che gli fosse concesso di far rientro in Polonia, sconvolto per quanto accaduto. Dovrà far rientro in Veneto, nei prossimi mesi, per chiarire la sua posizione e affrontare le eventuali responsabilità che gli saranno addebitate in merito alla morte traumatica di suor Fernanda, conosciuta da tutti a Rosà e per la quale si stanno spendendo numerose testimonianze di affetto ai parenti più prossimi. Intanto, nell’istituto che la ospitava, sono stati avviati i preparativi per la camera ardente e per la cerimonia di commiato, in attesa del nulla osta della Procura di Vicenza per le sepoltura della salma.