Gatto domestico impallinato a morte da uno sconosciuto. Inoltrata la denuncia
Un altro brutto episodio di cronaca con vittima un animale domestico si è registrato nei giorni scorsi nell’area del Bassanese, e precisamente a Rosà dove il proprietario di un gatto si è presentata per denunciarne l’uccisione in seguito a colpi di arma da fuoco, avvenuta in circostanze ancora poco chiare.
Il malcapitato felino sarebbe stato colpito in modo letale dai pallettoni di un fucile, ritrovato già in condizioni disperate. A nulla sono valse le cure di una clinica veterinaria della zona, a cui l’uomo si era rivolto subito nella speranza di salvare la vita al proprio micio, purtroppo ferito a morte e con pochissime possibilità di sopravvivenza.
Come spiegato dal medico degli animali allo stesso proprietario, che poi ha riportato il tutto ai carabinieri della stazione rosatese fornendo la documentazione, i pallini sparati avevano leso organi vitali dopo averlo attinto anche in testa, rendendo inoperabile il povero gatto in fin di vita. Una volta esclusa l’eventuale ipotesi di intervento chirurgico per rimuoverli, non è rimasta che l’opzione della soppressione dell’animale, operata dal veterinario in accordo con chi lo ha accudito in amore fino a quel momento.
I militari della stazione di Rosà hanno avviato le indagini di rito per risalire quanto prima al responsabile dell’atto illecito caratterizzato da una violenza del tutto ingiustificata, con ogni probabilità concretizzatosi nel territorio comunale, che ha cagionato l’uccisione del felino domestico. L’ipotesi di reato consiste nel maltrattamento e uccisione di animali. Primi sospettati sarebbero ovviamente i possessori di armi da fuoco residenti nella zona, in particolare cacciatori per la tipologia di munizioni utilizzate. Ma non si esclude la bravata.
Un reato che sul piano penale può costare all’ignoto – per il momento almeno – sparatore da 3 fino a 18 mesi di carcere o in alternativa sanzione da 5 a 30 mila euro. Oltre alla disapprovazione da parte della stessa comunità in cui vive. Eventuali testimonianze sul fatto sopra esposto possono essere offerte presso la caserma rosatese dei carabinieri, sita in via Masaccio.