Nuova tentata estorsione con blitz punitivo: arrestati altri quattro dei clan Popescu-Caldaras
Il blitz per regolare i conti in sospeso fra famiglie di romeni, già note alle forze dell’ordine per essere state già protagoniste di gravi fatti di cronaca nera, doveva scattare nella notte fra martedì e mercoledì a Rosà, ma è stato sventato grazie all’intervento dei carabinieri, che hanno assicurato alla giustizia quattro persone.
L’operazione è scattata intorno alle due del mattino, quando è giunta al numero di emergenza 112 una richiesta di aiuto da parte di una donna che si è presentata come un appartenente alla nota famiglia romena dei Popescu. “Aiutatemi! Dei connazionali mi minacciano di morte – ha raccontato al militare di turno – e dicono di essere già in viaggio da Ravenna per venirmi a cercare qui a casa a Rosà”. L’operatore radio ha quindi informato immediatamente il vice comandante della stazione Carabinieri di Rosà che, conoscendo la donna, il suo nucleo familiare e i recenti fatti violenti che da un paio di anni vedono la sua famiglia coinvolta in una faida con altre famiglie romene di origine rom (sfociati in agguati di sangue e intimidazioni di tipo mafioso), insieme a due collaboratori si è recato immediatamente presso la residenza della donna, dove nel frattempo erano già giunte anche due pattuglie del nucleo operativo radiomobile di Bassano.
Qui la donna ha spiegato per sommi capi l’accaduto e ha mostrato ai militari dell’Arma anche alcuni video di minaccia pubblicati su Facebook. Al termine del racconto, mentre i militari stavano decidevano come muoversi, è arrivata sul posto a folle velocità, una Bmw 550 XDrive, con a bordo quattro persone. La banda non si è accorta della presenza dei carabinieri e si è fermata bruscamente proprio di fronte alla casa dei Popescu: tutte e quattro le persone a bordo son scese velocemente iniziando ad urlare frasi incomprensibili in romeno.
I carabinieri sono quindi subito intervenuti e hanno sottoposto i quattro a perquisizione, trovando, nell’auto, tre spranghe in metallo e pietre di grosse dimensioni. Le persone fermate sono state quindi identificate: Stefan Bot, italiano 25enne; Ionel Ciurariu, romeno 30enne; Brainar Sain, 25enne italiano; e Tiberius Rostas, romeno 28enne. Sono tutti pluripregiudicati. Una volta condotti in caserma a Bassano, si sono chiariti i contorni del raid punitivo he la pericolosa banda stava aveva deciso di mettere a segno. La vittima ha sporto infatti denuncia, raccontando che da mesi la sua famiglia era vittime del tentativo di estorsione (che non è il primo) da parte dei connazionali: “Se vuoi startene tranquilla in Italia devi versarci 50 mila euro”. Di fronte al rifiuto della vittima, i quattro hanno organizzato il blitz notturno, preannunciando addirittura il loro arrivo con dei video pubblicati su Facebook.
Ricostruita la vicenda e viste le risultanze delle indagini, il pubblico ministero di turno, Cristina Carunchio, ha accolte senza riserve la tesi dei militari dell’Arma, disponendo il trasferimento dei quattro arrestati alla casa circondariale di Vicenza.
I due clan si sfidano per il controllo del territorio bassanese da un paio di anni. Le bande, in un articolato intreccio di parentele ed interessi, sanno mettere in atto ricatti spietati, con minacce terribili che non esitano a mettere in pratica se la vittima designata non si piega alla loro estorsione. La vicenda più grave era avvenuta nel giugno del 2018 lungo la statale 47 a Bassano, di fronte al centro commerciale Il Grifone, con tanto di speronamento e pestaggio. Dopo i primi arresti (ai domiciliari, in quella occasione) nel novembre dello stesso anno i carabinieri di Cervia-Milano Marittima insieme con quelli di Bassano avevano assicurato alla giustizia alcuni componenti della banda: nonostante fossero ai domiciliari, avevano infatti proseguito l’attività estortiva. Un mese dopo, a dicembre, un mandato di arresto europeo aveva consentito l’arresto in Romania di altri cinque componenti dei clan implicati nelle estorsioni. L’ultima operazione dei carabinieri, che aveva stretto le manette attorno ai polsi di 8 persone legate ai clan, era relativo a un episodio di estorsione per 50 mila euro ed era avvenuta a maggio dell’anno scorso.