Sabato il saluto a Mattia, il 23enne morto a Pasquetta a bordo di un pick-up precipitato nel dirupo
Solo lunedì aveva festeggiato in allegria con gli amici la Pasquetta come da tradizione con un picnic durato tutta la giornata, mentre sabato mattina il ritrovo sarà pervaso da dolore e tristezza, nel giorno dell’addio a Mattia Citton, il ragazzo di Borso di 23 anni deceduto su un versante del massiccio del Grappa sul Col Moschin. A causarne la morte la caduta in un dirupo mentre si trovava al volante del suo mezzo di tipo pick-up, precipitato dal pendio con ogni probabilità in seguito a una manovra per mettere il veicolo sulla carreggiata prima di far rientro a casa, nella frazione di Semonzo, dove era atteso nella stessa serata.
Durante la notte la sua assenza ha suscitato le prime preoccupazioni tra i familiari. Nessuno nella comitiva di amici con cui il giovane aveva trascorso la giornata di festa, infatti, si era reso conto della disgrazia avvenuta alle loro spalle, visto che proprio Mattia avrebbe dovuto chiudere la fila di veicoli per la discesa dai colli e si trovava da solo in auto nella cabina di guida. Intorno alla mezzanotte, dopo un giro di telefonate e messaggi tra i genitori e amici del ragazzo, i primi preoccupati per il mancato rientro in vista del turno di lavoro della mattina seguente, erano iniziate le ricerche in piena notte.
Solo alle 4.30 del mattino, prima dell’alba di martedì, è stata avvistata l’auto fuoristrada, a distanza di oltre 200 metri dal punto di uscita dalla strada sterrata che porta al rifugio Alpe Madre, con a distanza di pochi metri il corpo senza vita del giovane. Forse era stato sbalzato all’esterno dopo i ribaltamenti multipli in un disperato tentativo di chiedere aiuto. Distrutto il pick-up, un Ram Dodge. L’incidente sarebbe avvenuto intorno alle 21 della sera precedente, ma solo a distanza di oltre 7 ore, dopo l’avvio delle ricerche, si è potuto capire la portata tragica di quanto era accaduto.
La morte prematura e improvvisa di Mattia lascia attoniti gli amici del paese e dintorni ma anche a Bassano del Grappa, città che frequentava da sempre in particolare per via degli studi scolastici. Si era diplomato con successo, infatti, come perito tecnico all’Itis “Fermi”, per poi trovare subito buon posto lavoro che lo appagava e che a distanza di quattro anni portava avanti, affiancando al “dovere” tante passioni, tra cui spiccavano quelle per la montagna come testimoniano i commenti dei suoi amici e dello sport da praticare proprio in questo ambiente. Amava in particolare la neve e i paesaggi invernali, tanto da dedicarsi a delle escursioni in motoslitta insieme ad altri amici. Era stato assunto dopo la maturità da un’azienda metalmeccanica attiva nel settore dell’edilizia, la Edilgrappa, con sede a due passi da casa a Borso, al cui interno martedì è giunta la terribile notizia dell’incidente.
Ad accompagnare il feretro con la salma del giovane sabato mattina alle 9.30 nella chiesa della frazione di Semonzo dove Mattia viveva con gli affetti più cari ci saranno papà Eros, mamma Luciana e la sorella maggiore Arianna, confortati per quanto possibile da tutti coloro che volevano bene al loro figlio e fratello, riuniti nel momento della condivisione del lutto. La Procura di Treviso, sulla base dei rilievi delle forze dell’ordine, ha ritenuto non necessario predisporre l’autopsia, concedendo il nulla osta per la sepoltura.