Sanità, i sindaci dell’Alto Vicentino non approvano le schede. Spaccatura con Bassano
E’ stata una Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 7 Pedemontana di fuoco, quella che si è tenuta ieri a Bassano del Grappa, dove i primi cittadini dell’Alto Vicentino hanno alzato la voce e si sono astenuti sul piano aziendale per l’applicazione delle schede ospedaliere, non dando quindi la propria approvazione, di fatto, sul documento regionale di programmazione delle dotazioni (posti letto, dirigenti e personale) degli ospedali del territorio.
Dei 41 sindaci presenti, i 22 dell’ex Ulss 4 più il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern si sono astenuti, mentre hanno approvato le schede 18 sindaci: tutti quelli bassanesi e gli altri amministratori locali dell’Altopiano.
La posizione unitaria dei sindaci del Thienese e Scledense, capitanati da presidente del Comitato Franco Balzi – sindaco di Santorso – è stata il frutto di una convergenza fra posizioni anche diverse: qualche sindaco era infatti disponibile all’approvazione, altri invece volevano votare contro. Alla fine si è scelta la linea condivisa dell’astensione, che consente però di mandare un messaggio molto chiaro a Venezia sul quale tutti sono d’accordo.
“Abbiamo voluto dare un segnale, ma costruttivo, sulle criticità esistenti – spiega Franco Balzi – che il piano aziendale e le sue tempistiche dilatate non fa che peggiorare. All’ospedale di Santorso mancano 65 medici: le aree più critiche sono medicina generale, dove ce ne sono solo 8 su 24, ortopedia con 7 su 12, pronto soccorso con 14 su 22, rianimazione dove sono in 12 su 29 e radiologia con 5 su 17. E’ vero che la carenza di medici è un problema generale, ma la situazione qui è particolarmente pesante e non può non allarmarci. L’Alto Vicentino ha quasi diecimila abitanti in più del Bassanese, ma il suo ospedale può contare su 82 posti letto in meno, anche l’ospedale di Asiago viene rafforzato ai danni del territorio dell’Alto Vicentino”. Bassano ed Asiago in sostanza contano 2,8 posti letto ogni mille abitanti, mentre l’ospedale di Santorso solo 2,2. “Il piano prevede anche novità positive per le unità di Malattie Infettive, Senologia e Breast Unit, nonché integrazioni come la Stroke unit in Neurologia, l’emodinamica in Cardiologia e la Senologia, ma le vincola al reclutamento di nuovo personale aggiuntivo, che al momento ci pareun problema non facilmente sormontabile. Stesso discorso per l’integrazione di posti letto in geriatria e pronto soccorso” sottolinea Balzi.
E la situazione non è migliore se si guardano i cosiddetti “ospedali di comunità“, che dovrebbero accogliere tutti quei casi post-acuti e che servono proprio per distribuire sul territorio alcune funzioni ospedaliere. “Nell’Alto Vicentino ne sono previsti due, ma il nucleo di Malo non è ancora operativo ed il secondo, dentro all’ospedale di Santorso, è ancora solo virtuale” continua Balzi, che all’indomani della sua elezione a presidente del Comitato dei Sindaci dell’ex Ulss 4 si è messo subito all’opera, incontrando i vertici dell’Ulss Pedemontana per chiedere conto di alcuni aspetti problematici come il reparto di psichiatria e ha invitato tutti – amministratori, cittadini e operatori – a contribuire alla creazione di un clima di fiducia e collaborazione, dando anche la sua disponibilità ad essere presente mezza giornata alla settimana all’ospedale per incontrare chiunque avesse necessità di un confronto. Il nuovo Comitato, nato all’indomani delle elezioni amministrative del maggio scorso, ha già avviato anche i tavoli di lavoro specifici che impegneranno a piccoli gruppi i sindaci del territorio.
“Tornando agli ospedali di comunità – prosegue il primo cittadino di Santorso – va sottolineato che a Bassano invece i posti letto già attivi sono 24 e diventeranno 54 a regime. Per tutto questo abbiamo voluto confermare un giudizio negativo: si crea un sbilanciamento che non era nei patti iniziali e ora si rischia di partire nel processo di riorganizzazione con una penalizzazione ancora maggiore per il nostro territorio. Ma la nostra non vuole essere un critica sterile, ci siamo astenuti perché siamo interessati a cercare soluzioni costruttive: è necessario non aggravare ulteriormente la tensione esistente perché già l’ospedale non è considerato appetibile dai medici. Il problema dei problemi è infatti, anche alla luce dei prossimi pensionamenti, bloccare l’emorragia di personale e creare le condizioni per una sostanziale appetibilità dell’ospedale, garantendo una reale equiparazione fra le due strutture ospedaliere di Santorso e di Bassano”.
L’applicazione delle schede erano state all’ordine del giorno della conferenza dei sindaci dell’Ulss 7 Pedemontana (Alto Vicentino, Altopiano e Bassanese) nella riunione convocata dalla presidente – la sindaca di Bassano Elena Pavan – ai primi di agosto: in quella occasione gli amministratori locali dell’Alto Vicentino si erano rifiutati di votare il parere (peraltro non vincolante), lamentando la frettolosa convocazione per un tema così delicato per la sanità locale. Il rinvio ha consentito ai sindaci di mettersi al lavoro sulle schede e approfondirne i risvolti nel corso di tre incontri prima di andare al voto.
“Le schede ospedaliere sono importanti perché programmano, ma poi c’è tutto un lavoro sottostante discrezionale, effettuato dalla direzione dell’Ulss, che lo è altrettanto. Inoltre il fatto che un servizio sia previsto nelle schede non significa che verrà sicuramente realizzato, perché viste le carenze nel reperimento dei medici bisognerà fare di necessità virtù”. Lo aveva detto il Commissario dell’Ulss 7 Pedemontana, Bortolo Simoni, nel presentare le dotazioni sanitarie per i prossimi cinque anni, così come licenziate dalla Giunta Regionale veneta a maggio dopo due mesi di discussioni, polemiche, rimodellamenti, richieste, raccolte firme, concessioni e dinieghi che hanno visto protagonisti i sindaci dei due Distretti nei quali questa Ulss da 367mila abitanti (180mila nel Bassanese e 187mila nell’Alto Vicentino) è suddivisa.