Sversamenti illeciti di liquami in zona protetta: due denunciati per gli autospurghi
Una storia di liquami balza agli onori della cronaca di metà novembre, con teatro un’area idrogeologica tutelata che si trova in località Campogallo, tra Sandrigo e Schiavon, in cui venivano sversati fino a lunedì scorso cisterne di materiale liquido di scarto.
A rilasciarlo erano due camion autospurgo, fotografati nel corso della fase di espurgo lo scorso lunedì 9 novembre e poi rintracciati dagli agenti di polizia locale Nord Est Vicentino, intervenuti dopo le segnalazioni giunti al comando territoriale di Sandrigo. Rifiuti speciali che andavano smaltiti secondo rigidi protocolli, evidentemente non rispettati.
Ad ogni viaggio congiunto dei due mezzi cisterna si stima che circa 500 quintali di scarti liquidi non meglio precisati venissero abbandonati nell’ambiente, in un’area naturale particolarmente delicata. Sia perchè adibita a concessione faunistico venatoria per la cacciagione di selvaggina acquatica, sia perchè zona di falda acquifera. Inoltre, poco distante sorge un’azienda agricola con varie stalle di animali d’allevamento.
Scarti che finivano, inoltre, nella roggia Grimana, piccolo canale che scorre con le sue acque proprio nelle campagne sul confine tra i due comuni vicini. Un territorio di particolare importanza dal punto di vista idrogeologico, come specificato dalla nota pervenuta dal comando generale di Thiene, proprio vista la presenza della falda affiorante e delle specie di animali selvatici che ospita. Una constatazione necessaria per comprendere un la gravità del fatto e lo sdegno diffuso per gli abitanti della zona rustica oltre che degli enti che di occupano di tutela ambientale ed attività faunistico venatoria. Cittadini che hanno fatto da “sentinelle” segnalando l’inquinamento in corso.
A intervenire sul posto, vista la conoscenza puntuale della zona, sono stati gli agenti in servizio nel distaccamento di Sandrigo, incaricati di raccogliere indizi utili sui responsabili degli sversamenti, mentre i tecnici dell’Arpav si stanno occupando di misurare il danno ambientale provocato dalla condotta in ipotesi del tutto illecita. Anche grazie a dei video postati nel web per denunciare i continui viavai delle autocisterne, oltre ad alcune testimonianze dirette, la polizia locale è riuscita a risalire al punto di partenza dei mezzi impiegati, individuato in una ditta di Rossano Veneto che ha “ricevuto la visita” di una pattuglia inviata dal comando locale. Due le persone denunciate, un titolare e un dipendente.