Chiusi due centri massaggi orientali nel Bassanese. Accertamenti in corso su tre stranieri
Si assottiglia l’offerta di massaggi tipici della scuola orientale nel Bassanese, dopo la chiusura (sulla carta solo temporanea, ma sono in corso accertamenti) che il questore di Vicenza Paolo Sartori ha imposto in queste ore al centro “Tui Na” di Rosà e all’omologo “Farfalla” di Bassano del Grappa. Entrambi i negozi con gestione affidata a soggetti di nazionalità straniera e con diverse irregolarità burocratiche emerse in seguito ai controlli di polizia che hanno portato a sanzioni piuttosto salate.
A partecipare ai blitz di verifica innescati negli ultimi giorni di gennaio dalla Questura, con mirino puntato sulle norme che tutelano la sicurezza sul posto di lavoro, quelle igieniche e la prevenzione dello sfruttamento della prostituzione anche una squadra dell’Ispettorato del Lavoro.
A Rosà nel centro sopra citato, specializzato nelle terapie di manipolazione di derivazione giapponese, sono state identificate quattro persone, di cui due italiane e due asiatiche. Al termine del controllo è stata decisa l’immediata chiusura del negozio e applicata una multa da 8.300 euro. Tra le lacune riscontrate l’assenza di una figura indicata quale responsabile del servizio di prevenzione e dell’obbligatorio documento di valutazione dei rischi, lo stesso vale per il piano di emergenza ed evacuazione. Per quanto riguarda i due extracomunitari sono in corso accertamenti da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura al fine di verificare la regolarità del loro soggiorno in Italia.
Nell’esercizio per la il benessere e la cura del corpo di viale Vicenza alle porte di Bassano del Grappa, invece, un soggetto straniero – non è specificato se si tratti di uomo o donna – di nazionalità cinese è stato riconosciuto come persona con precedenti in Italia di rilievo penale, con a proprio carico denunce per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e rifiuto d’indicazioni sulla propria identità. Anche in questo, per difetti di documentazione analoghi al caso precedente, sono state comminate sanzioni pecuniarie per complessivi 8.300 euro da versare alle casse pubbliche.
Nessuna rilevazione sul fronte invece delle attività “hot” non consentite dalle norme di legge, in seguito alle perlustrazioni effettuate nell’ambito della campagna di verifica delle attività professionali del settore in corso di svolgimento in tutta la provincia.