Caduta letale dalla scala con vittima un 25enne: Cgil chiede più sicurezza e controlli
L’ennesima morte sul posto di lavoro nel Vicentino, la prima del 2020, ha strappato alla vita e agli affetti un giovane papà trevigiano di appena 25 anni. Suscitando comprensibile cordoglio diffuso tra il luogo teatro della tragedia, un’azienda di Tezze sul Brenta, e il paese di Vedelago, dove Andrea Soligo – questo il nome della vittima – viveva con la giovane moglie e due bambini. E anche una nuova presa di posizione da parte dei sindacati a tutela dei lavoratori, i quali a fronte dell’incidente mortale avvenuto nella mattina di vigilia dell’Epifania, oltre ad esprimere le proprie condoglianze ai familiari, tornano a evidenziare la drammaticità del problema della sicurezza sul posto di lavoro e chiedere il rafforzamento di misure di prevenzione.
L’operaio elettricista di una ditta esterna era caduto da una scala, da un’altezza di circa 3/4 metri, battendo la testa sul pavimento. L’impatto gli è stato fatale nonostante i soccorsi immediati da parte di chi si trovava nello stabilimento e, a distanza di alcuni minuti, dai sanitari del Suem 118, chiamati sul posto nella frazione di Belvedere di Tezze.
Questo è il testo diffuso alla stampa da Cgil e Fiom all’indomani della disgrazia. “Da tempo il sindacato denuncia i tanti, troppi infortuni che avvengono nel mondo del lavoro. Da tempo chiediamo che siano potenziati gli organismi di controllo, che siano assunti ispettori, che le aziende adottino procedure che consentano di prevenire gli infortuni e le loro cause. Come da tempo denunciamo, senza interventi precisi per creare una cultura della salute e sicurezza del lavoro, per fare prevenzione sugli infortuni sul lavoro e potenziare i controlli in materia, la ripresa economica in atto provocherà inevitabilmente un aumento degli infortuni, anche di quelli mortali, nei luoghi di lavoro”.
Amara la conclusione del comunicato, in attesa che dalla Procura di Vicenza venga concesso il nulla osta per fissare la data delle esequie del giovane dipendente trevigiano della ditta Veneta Impianti Srl, dopo aver visionato i rapporti di carabinieri e dei tecnici sanitari dello Spisal dell’Ulss 7 Pedemontana. Non è noto se sia stata disposta l’autopsia sulla salma, per verificare se la caduta sia avvenuta in seguito a un malore o per cause accidentali. “I lavoratori devono poter andare al lavoro senza la paura di non tornare a casa. La Cgil e Fiom Cgil di Vicenza – così le due sigle nella nota – esprimono il proprio cordoglio alla famiglia di Andrea”.
La tragica caduta risale alle 10.30 circa di mercoledì 5 gennaio, all’interno di un capannone della ditta in zona industriale, in via Sole. Il 25enne sarebbe stato ancora in vita all’arrivo dei soccorsi, ma in condizioni critiche e privo di conoscenza. Si è rivelato vano il tentativo di raggiungere d’urgenza il polo ospedaliero più vicino, il San Bassiano, dove si è tentato il tutto per tutto per rianimare il giovane. Andrea Soligo, originario di Caerano, sempre nel Trevigiano, era sposato con Giorgia dal 2019. Avrebbe compiuto 26 anni tra pochi giorni.