Davide ed Erica, marito e moglie, ancora dispersi nel ghiaccio. Lui da 5 anni era guida alpina
Anche le guide alpine più esperte sono state travolte dalla furia di ghiaccio staccatasi dalla Marmolada. A Valdagno si piange la morte certa di Paolo Dani, 52 anni e a lungo membro del team di soccorso alpino della stazione di Recoaro-Valdagno, a Cittadella e Tezze sul Brenta si spera in un doppio miracolo per ritrovare in vita Davide Miotti, alpinista di lungo corso che di questa passione viscerale per le alte quote aveva fatto una professione: è lui infatti il titolare del negozio “Su e Giù Sport” di Belvedere, e insieme all’inseparabile moglie Erica Campagnaro non ha fatto ritorno domenica dalle Dolomiti. Ieri, per qualche ora, il nome del 51enne padovano di residenza era apparso nella lista dei corpi identificati, notizia poi smentita in serata.
Rimane quindi un filo di speranza tra i familiari della coppia di Cittadella, che ha due figli di 25 e 16 anni, i quali domenica sera attendevano il rientro a casa dei genitori dopo lo strano silenzio delle ore precedenti che presagiva qualcosa di terribile, ore interminabili in cui si attendevano aggiornamenti. Prima il telefono muto e poi dai tg la notizia del disastro sulla Regina delle Dolomiti, la straziante attesa di notizie da Canazei, quartier generale dei soccorsi e sede della camera ardente dove da ieri mattina sfilano i parenti delle vittime e di chi ancora si cerca tra le macerie e i blocchi di ghiaccio e terra. Il bilancio aggiornato a martedì mattina è di 7 morti (solo 4 identificati) e di 13 dispersi.
In via Nazionale a Belvedere di Tezze, nel negozio punto di riferimento per centinaia di bassanesi appassionati di trekking, alpinismo e arrampicata, la saracinesca abbassata lascia in dote un senso di scoramento in queste ore di dolore dopo la catastrofe sulla Marmolada. Riguardo a Davide, il titolare, la passione per la montagna e in particolare per le scalate era maturata fin dalla gioventù, portandolo a scegliere un percorso di crescita professionale fino a mettendosi in gioco in proprio nella vendita di articoli sportivi, con predilezione rivolta alle discipline alpine. Da circa 5 anni era diventato guida alpina, una soddisfazione enorme, insieme una traguardo e punto di partenza. Alzarsi prima dell’alba per salire tra le vette non era mai stato per lui un sacrificio, e anche la moglie Erica, impiegata 44enne, lo seguiva spesso in queste avventure. Così, come un tragico e subdolo destino ha voluto, anche domenica, nel giorno di maggior afflusso di alpinisti sul ghiacciaio.
L’alpinista padovano era salito in Marmolada appena due settimane prima, in generale le Dolomiti erano la tappa fissa delle sue escursioni. Era un’altra domenica di sole come quella più recente su cui poi sono scese le tenebre, composte di polvere e ghiaccio, dopo un boato e un fiume di morte che ha travolto chiunque stava impegnando la “via normale”. Le immagini dello scorso 19 giugno, invece, raccontano di una giornata perfetta che lui stesso, Davide, aveva immortalato con una serie di foto di sorrisi e paesaggi da sogno sul suo profilo personale social. Al suo fianco come sempre la moglie, Erica, anche allora dopo un’arrampicata portata a termine senza problemi. E con quella voglia di ritornarci presto che oggi è più che mai fonte di tanta rabbia e dolore per chi voleva loro bene e per i genuini innamorati della montagna.