Tra ghiaccio e fuoco: Farronato sfiderà il Vatnajökull
Una vita a sfidare i limiti ambientali di una natura mai nemica. Sicuramente estrema: a confermarlo, l’annuncio che nel mese di marzo 2024 l’esploratore bassanese Stefano Farronato, che ha già all’attivo ben 18 spedizioni estreme nei luoghi più remoti del pianeta, oltre a innumerevoli escursioni alpinistiche in Equador, India, Nepal e Cina, tenterà una nuova eccezionale impresa nella terra del ghiaccio e del fuoco.
Una traversata integrale della calotta polare del Vatnajokull, in Islanda, il più grande ghiacciaio d’Europa per volume, la quarta massa di ghiaccio al mondo dopo la calotta glaciale dell’Antartide, la calotta glaciale della Groenlandia ed il Campo de Hielo Sur in Patagonia: un mondo inospitale, quasi extraterrestre, affascinante e pericoloso al tempo stesso.
L’impresa “Ferðaski – Glacier Expedition” prevede un tentativo non supportato di attraversamento della calotta nella variante da Ovest a Est, con passaggio obbligato del vulcano Grimsvotn, lungo un percorso di circa 180 chilometri, con una media di 18/20 chilometri al giorno per un totale di 12/15 giorni di cammino.
Stefano Farronato, che nella vita di tutti i giorni è un arboricoltore professionista e una fidata guida di mountain bike e di rafting, si è fatto conoscere negli anni per avere attraversato in bici il Deserto del Gobi e l’Alaska, pedalato in Groenlandia spingendosi dove nessuno era riuscito prima e percorso oltre 450 chilometri in kayak, in completa autosufficienza, lungo il fiume Yukon, in Canada.
La nuova avvincente impresa per la quale si sta preparando il bassanese, sarà un’avventura epica, una sfida ardita agli elementi naturali, un’esperienza estrema a contatto constante con la natura più inospitale e selvaggia.
Farronato – al fianco di Roberto Ragazzi e Roberto Fantoli – affronterà venti e temperature estreme, in completa autonomia, trainando su slitte artiche tutto il materiale necessario, comprese le tende necessarie per le notti.
Un progetto che per l’esploratore 49enne non rappresenta solo una sfida personale, ma un’importante occasione per sensibilizzare chi lo segue sulla vulnerabilità degli ecosistemi glaciali e sull’urgenza di azioni concrete per la loro conservazione.
Questo sconvolgente gigante di ghiaccio, infatti, vero e proprio monumento geologico nella maestosa isola del ghiaccio e del fuoco, ha un bilancio di massa negativo ed è destinato a sparire: si stima infatti che anche la distesa bianca islandese potrebbe perdere almeno un terzo del suo volume attuale entro il 2100.