Bomba day, gli 80 volontari della protezione civile ricevono il ringraziamento della Provincia
Un’operazione delicata e complessa, che ha avuto tanti protagonisti, dalle amministrazioni comunali alle forze dell’ordine, coordinati dalla Prefettura di Vicenza. Il “Bomba day”, dello scorso 21 giugno a Valbrenta, ha potuto contare sul fondamentale supporto della protezione civile coordinata dalla Provincia di Vicenza e dal gruppo di Coordinamento Brenta Monte Grappa. Più di 80 i volontari presenti, appartenenti ai gruppi di protezione civile dell’ATO 1: Valbrenta, Romano d’Ezzelino, Rosà, Cassola, Mussolente, Tezze sul Brenta, Rossano Veneto (ANA) e ATO 2: Enego.
“A bocce ferme non rimane che una cosa da fare: ringraziare tutti i protagonisti del bomba day e gli 80 volontari di protezione civile che hanno partecipato all’operazione.”
Il consigliere provinciale alla protezione civile Marco Montan torna con il pensiero allo scorso martedì 21 giugno, quando una bomba d’aereo della seconda guerra mondiale, del peso di mezza tonnellata, è stata despolettata, prelevata da Cismon del Grappa, in Valbrenta, dove era stata trovata e portata nell’area di cava “Ex Egaf” in Comune di Rossano Veneto (VI), dove si è eseguito il brillamento.
La protezione civile è stata impegnata, in particolare, a supporto delle Forze dell’Ordine e delle Polizie Locali lungo l’itinerario percorso dal convoglio militare che ha trasportato l’ordigno bellico da Valbrenta a Rossano. E’ stato infatti necessario regolare il traffico sulle arterie principali vietando immissioni dalle laterali. Inoltre ha prestato assistenza alla popolazione, evacuata per motivi di sicurezza in un ampio raggio sia dal luogo del ritrovamento che da quello della distruzione. Sempre i volontari hanno provveduto, nei giorni precedenti al bomba day, ad informare i cittadini sulle operazioni che avrebbero interessato il proprio territorio, in modo da evitare non solo allarmismi, ma anche intromissioni nelle aree di divieto.
“La protezione civile si è rivelata una risorsa preziosa per il supporto che ha dato –sottolinea Montan– ma anche per la capacità di interagire e di rapportarsi con un territorio e una comunità che ben conosce. La fiducia di cui i volontari godono e il contatto diretto che hanno con i cittadini sono strumenti fondamentali in caso di emergenza e per operazioni che, come questa, possono destare una naturale preoccupazione.”