Confermati i fermi dei due aggressori del raid punitivo
Il pubblico ministero Giovanni Parolin ed il giudice per le indagini preliminari Massimo Gerace hanno confermato i provvedimenti dei carabinieri di Bassano a carico delle persone coinvolte nel regolamento di conti che si è svolto nella notte del 20 giugno a Bassano sulla statale 47, davanti al centro commerciale Il Grifone. Il pm Parolin ha condiviso infatti i due fermi di iniziativa dei carabinieri bassanesi, portandoli davanti al gip Gerace, che ha convalidato l’arresto in carcere per Ioan Popescu e Ion Titus Caldaras.
Questa la ricostruzione di quello che appare un vero e proprio raid punitivo: il 19enne e il 21enne di nazionalità rumena, residenti nel bassanese (dove hanno un’attività di rivendita di auto usate) a bordo di una golf grigia entrano poco dopo mezzanotte nel piazzale del McDonald in via Capitelvecchio per mangiare qualcosa ma lo trovano chiuso. Sono seguiti da tre auto e quando si rimettono in strada vengono accerchiati e speronati da un suv e nell’urto rimangono bloccati in auto, in quanto le portiere non si aprono. Vengono quindi raggiunti e accerchiati, pestati e feriti con ferocia, all’interno dell’auto, con bastoni e armi da taglio. L’aggressione dura pochi minuti, i due cercano di difendersi e mentre la banda composta da una decina di persone fugge, riescono a farsi soccorrere da parenti e a raggiungere l’ospedale San Bassiano. I rivali nel frattempo si rintanano nell loro abitazione a Rosà, dove arrivano anche i carabinieri. Qui vengono identificano e gli vengono sequestrati una piccozza, una mazza da baseball, due coltelli, una spranghe in ferro e alcuni cellulari. Due (Popescu e Caldaras) vengono fermati nella notte, mentre altre otto persone vengono denunciate. La famiglia era attenzionata dai militari dell’arma, dissapori fra le due famiglie c’erano già stati ma nessuno si sarebbe aspettato una simili escalation di violenza.
Intanto si sono definite le situazioni sanitarie dei due feriti: il 19enne, pestato a sangue sulla schiena, ha riprotato una prognosi di alcuni giorni ma si trova ancora in ospedale; mentre il 21enne è rimasto ferito gravemente al braccio sinistro con dei coltelli e gli sono stati recisi anche dei tendini, fatto per cui dopo le prime cure al San Bassiano, è ora ricoverato a Peschiera del Garda, dove è attivo un reparto specializzato nella ricostruzione degli arti. Ne avrà almeno per trenta giorni, salve complicazioni e danni permanenti.
Proseguono nel frattempo le indagini dei carabinieri della compagnia di Bassano per delineare il quadro di quello che appare a tutti gli effetti un regolamento di conti fra famiglie avverse, alcuni componenti delle quali risiedono a Rosà e a Cassola. L’attività investigativa ovviamente tiene presente da un lato l’aggressione e dall’altra le dichiarazioni delle due parti coinvolte. L’idea che si sia trattato di una spedizione punitiva legata ad una estorsione, operata da soggetti provenienti dalla Romania e giunti nel bassanese per dare man forte e maggiore credito alle pretese di denaro, troverebbe per i militari conferma nell’aggressione stessa, nonostante aggressori e aggrediti si scambino le accuse di estorsione.
I due responsabili dell’aggressione (Popescu e Calderas, rispettivamente figlio e padre) lamentano infatti di essere stati vittime di richieste di denaro, pur senza poter suffragare il tutto – spiegano le forze dell’ordine – con elementi di fatto o azioni violente nei loro confronti. Gli inquirenti spiegano però che nessuna sfumatura sarà sottovalutata nella piena ricostruzione dei fatti.
Diversi riscontri emersi portano poi a configurare una premeditazione dell’azione, compreso il fatto che gli assalitori si erano già cambiati d’abito quando i carabinieri si sono recati presso la loro abitazione, e che le auto utilizzate erano intestate a persone estranee ai fatti.
Ingente il dispiegamento di forze messo in campo dai carabinieri di Bassano (una trentina di militari) per scongiurare conseguenze ulteriori e per interrompere sul nascere qualunque possibile idea di vendetta.