Arte e dintorni – Tre capolavori in Basilica, uno spazio magnifico per le allegorie del Tempo
“Mentre perdiamo il nostro tempo tra indugi e rinvii, la vita passa” meditava Seneca ammonendo sulla transitorietà del nostro passaggio sulla terra.
Il tempo e il suo incessante scorrere è il tema focale dell’evento in corso in Basilica Palladiana a Vicenza – “Caravaggio Van Dyck Sassolino – Tre capolavori a Vicenza” – , che si può collocare nella categoria degli “ospiti illustri” che vengono esposti in un luogo cittadino simbolo, come occasione colta per celebrare il Natale. Voluto dal sindaco Giacomo Possamai come omaggio a Vicenza, la mostra, come racconta Guido Beltramini, uno dei curatori, è stata una corsa contro il tempo, perché sono stati sei mesi di lavoro intenso per elaborare tutto il progetto culturale.
Tante le considerazioni che sorgono durante la visita, che consigliamo di vivere con tempi distesi che permettano di assaporare il dialogo tra le tre opere, tutte tese in una tenzone tra contrasti e contrapposti: antico e moderno, tecnica e tecnologia, natura e artificio, ecc.
I confronti generano un duello suggestivo ed efficace, anche per i non addetti ai lavori. All’ingresso si viene catturati dall’ipnotico disco rosso di Sassolino e sullo sfondo del salone brillano accostati i due capolavori antichi.
Il San Girolamo di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610), proveniente dalla Galleria Borghese a Roma presenta un tema caro all’artista e un Santo molto popolare nei secoli passati.
Asceta, monaco e studioso, San Girolamo qui è raffigurato nelle vesti disadorne dell’erudito mentre sta portando a compimento la missione della traduzione della Bibbia, la cosiddetta Vulgata. L’uomo, raffigurato in età veneranda, dialoga con il teschio di spietata bellezza appoggiato sui libri, un memento mori – ricordati che devi morire – molto frequente a quel tempo; se la caducità della vita non si può sottrarre alle leggi del cosmo, l’erudizione può sconfiggere la morte e rendere immortali.
Allegoria del tempo di una bellezza struggente e di una fascinazione seduttiva è il capolavoro di Antoon Van Dyck (solitamente conservato nel nostro museo Civico), e che ora si fa ammirare accanto all’opera di Caravaggio. Le quattro età dell’uomo sono mimetizzate con il ciclo delle stagioni, e raccontano il trascorrere della vita nel cambio di stato e di dimensione. Il fanciullo, un cupido sdraiato sul letto dell’amore, impersona la ridente primavera; la giovane donna carica di fiori e doni simboleggia l’estate e la seduzione dell’amore che diventa un’offerta all’uomo maturo, in armi, che richiama l’autunno; il vecchio che entra nell’ombra, ricorda l’inverno, che però reca in sé i germi dell’inizio del nuovo ciclo. Uno figlio dell’altro, ognuno principio e fine di se stesso e dello stato successivo, in un eterno scorrere, mai uguale ancorché simile. Un’opera superba, dove lo stile del giovane Van Dyck omaggia sia il suo maestro – Rubens – sia il grande cadorino Tiziano.
Il dialogo tra i due maestri antichi viene arricchito dalla presenza dell’opera dell’artista vicentino Arcangelo Sassolino – noto per le sue esposizioni alla Biennale di Venezia – e rimodula l’attenzione sull’ineluttabilità della vita come mutamento imprevedibile.
Con l’opera creata per questo evento No Memory Without Loss (2023), Arcangelo Sassolino dà forma alla sua personale visione della scultura in chiave dinamica “come un lavoro sull’instabilità, sulla dissipazione, sui momenti di rottura e transizione”. Il disco di oltre 3 metri di diametro in placido moto invade lo spazio e si anima del movimento dell’olio industriale ad alta viscosità di cui è cosparso. In precario equilibrio, ad ogni giro, questa massa rossa si scompone in moti, onde e gocce che, imprevedibili come la vita, sono destinate, prima o poi a colare a terra, e con la loro traccia invitano il visitatore a meditare sui propri pensieri.
Il luogo della mostra, poi, di per sé reca l’incanto e la magia del Rinascimento: il salone della Basilica Palladiana, spoglio si spalanca in tutta la sua magnificenza sopra le nostre teste, allarga il cuore e respira di grandiosità.
Un fitto calendario di appuntamenti animerà il tempo dell’esposizione, coinvolgendo le discipline più disparate: dalla fotografia alla filosofia, dalla danza all’astrofisica, dalla letteratura alla musica. La Basilica ritorna ad essere un luogo di cultura, di incontro, di scambio.
La mostra è curata da Guido Beltramini e Francesca Cappelletti, ideata e promossa dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo. Il progetto è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio con il supporto di Marsilio Arte. L’iniziativa è stata possibile grazie alla sponsorizzazione di Confindustria Vicenza, Cereal Docks, Gemmo, Beltrame, Melegatti e LD 72 e alla partnership con Art Bonus con Relazionésimo e Amer group.
Caravaggio, Van Dyck, Sassolino
Tre capolavori a Vicenza
Basilica Palladiana, Vicenza
Fino al 4 febbraio 2024
Gratuito per i residenti e scuole
Info: mostreinbasilica.it