Blockchain: un aiuto all’ambiente?
Questo articolo è un’esclusiva di Next Generation Currency per L’Eco Vicentino in accordo con la partnership stretta tra i due giornali.
Blockchain. Blockchain. Blockchain. Potrebbe essere tranquillamente il mantra di questo 2018.
Le motivazioni sono varie. Tuttavia, cercando di riassumere in quattro concetti chiave le sue caratteristiche, se ne esemplificano in parte le doti: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità. Visti quindi gli innumerevoli utilizzi che blockchain trova oggi e chissà quali (e quanti) potranno essere in futuro, viene spontanea una domanda: la blockchain può aiutare la sostenibilità da un punto di vista ambientale?
Sostenibilità ambientale
Cos’è la sostenibilità?
La sostenibilità è la caratteristica di un processo, o di uno stato, che può rimanere ad un determinato livello per un tempo indefinito.
Il primo concetto di stabilità ad essere definito e studiato è stato quello ambientale. La motivazione per la quale è così importante è che viene ritenuta una prerogativa essenziale per garantire la stabilità dell’ecosistema. Il concetto di sostenibilità economica, invece, è alla base delle riflessioni nell’ambito dello sviluppo economico. Esse studiano la possibilità futura che un processo possa durare nel tempo. Un processo è economicamente sostenibile se utilizza le risorse naturali ad un ritmo tale che esse possano essere rigenerate naturalmente.
La blockchain può fornire nuovi mezzi sostenibili?
Negli ultimi anni, sempre più aziende stanno studiando dei modi per rendere i loro modelli di business più sostenibili. I consumatori, oggi, iniziano ad aspettarsi che gli impatti ambientali negativi vengano mitigati, o almeno ridotti, pur continuando a contribuire allo sviluppo della società. La blockchain potrebbe fornire un aiuto enorme.
Come?
Tracciabilità delle merci
Jennifer Morris, presidente dell’organizzazione no-profit Conservation International (CI), durante il suo intervento al Blockchain Summit 2017 a Necker Island, ha dichiarato:
“I problemi ambientali emergono perché non abbiamo fiducia reciproca. La crisi ambientale cresce in un terreno fertile, che è la moltiplicazione degli intermediari.”
Proseguendo con il discorso, Morris, ha portato alcuni esempi pratici che grazie alla tecnologia blockchain potrebbero essere risolti. Per fare un esempio, se si acquista del pesce al supermercato, la catena di approvvigionamento è molto lunga. Il consumatore, potenzialmente, potrebbero non conoscerne la provenienza, visto che la tracciabilità dei prodotti è bassa e poco chiara. Ci sono, quindi, molteplici opportunità per i beni ambientalmente insostenibili di entrare nel processo che porta i prodotti all’interno delle nostre case. Una catena di approvvigionamento basata su blockchain garantirebbe al consumatore che acquista del pesce di rintracciare ogni fase, dalla sua fonte originale al prodotto che si acquista al negozio. Per fare questo, sarà sufficiente eseguire la scansione di un QR code con lo smartphone direttamente sull’etichetta del prodotto.
Uno degli utilizzi che blockchain può avere in ambito ambientale, è di permettere la tracciabilità di merci di alto valore. Infatti, successivamente alla Conferenza Mondiale sull’Oceano delle Nazioni Unite è stata posta attenzione sulla tracciabilità del tonno. Nasce così, grazie ad una organizzazione no profit inglese, un progetto pilota da che mira entro il 2020 a migliorare la tracciabilità del tonno in Indonesia. Sviluppo indubbiamente interessante.
Scambi di elettricità più efficienti grazie al peer to peer
Le reti elettriche tradizionali sono centralizzate, quindi cercano di allocare le risorse energetiche dove la rendita è più elevata. Questo, talvolta, può creare dei sistemi di distribuzione energetica inefficienti. Come spesso capita si ha un surplus di energia inutilizzata in posti dove le richieste energetiche sono già state soddisfatte. In alcune parti del mondo colpite dai disastri naturali o dalla povertà, le interruzioni di corrente sono abbastanza comuni e possono lasciare intere comunità di persone senza accesso all’elettricità per ore o giorni.
Un sistema energetico peer to peer basato su blockchain ridurrebbe la necessità di trasmettere l’elettricità per lunghe distanze. Processo che causa ingenti perdite energetiche lungo il percorso. Un sistema basato su blockchain contribuirebbe a ridurre la necessità di stoccaggio dell’energia, permettendo di commerciare e spostare l’elettricità localmente, da dove viene prodotta in eccesso verso dove è più necessaria.
Transactive Grid è una joint venture, tra ConsenSys e LO3 Energy. Offre un servizio di grid energy (energia di rete) basato su Ethereum. Questa startup permette ai propri clienti di effettuare le transazioni su blockchain che permettono di generare e scambiare energia elettrica tra privati in modo efficaciente. Diventa così possibile per ogni persona generare, acquistare e vendere in completa autonomia energia elettrica.
Un’altra piattaforma basata su blockchain che consente alle istituzioni, alle aziende e ai singoli individui di ottenere una reward investendo direttamente negli impianti di energia rinnovabile è EcoChain. Una dApp in fase di sviluppo, che mira a creare una piattaforma per le persone che vogliono investire nelle energie rinnovabili e ottenere anche un ritorno sul loro investimento.
Per Next Generation Currency, Michele Centomo