CineMachine | Eternal Sunshine Of The Spotless Mind
REGIA: Michel Gondry
CAST: Jim Carrey, Kate Winslet, Tom Wilkinson, Mark Ruffalo, Elijah Wood, Kirsten Dunst
GENERE: Drammatico, sentimentale
DURATA: 108 minuti
DATA DI USCITA: 22 ottobre 2004 (Italia)
Che cos’è un ricordo? È un qualcosa che conserviamo nella nostra memoria. Ma a quale scopo? Forse, molto semplicemente, non vogliamo dimenticare quel qualcosa. Ma se volessimo, invece, dimenticare? Se volessimo, in preda alla collera, in preda alla disperazione, rimuoverlo definitivamente dalla nostra mente? Ecco queste potrebbero essere gli interrogativi da cui Eternal Sunshine Of The Spotless Mind di Michel Gondry ha preso forma.
Joel Barish (Jim Carrey) appare come un uomo racchiuso in sé stesso, avvolto dalla sequenza frammentaria dei suoi pensieri sulla festa di San Valentino e sulle pagine strappate del suo diario. Joel incontra Clementine Kruczynski (Kate Winslet), una donna molto impulsiva e alquanto stravagante, sia nel modo di atteggiarsi con Joel sia nel suo look dai colori molto accesi. I due s’incontrano, si affezionano, s’infatuano l’uno dell’altra e alla fine s’innamorano e sarà da qui che la storia prenderà una piega impressionante.
Eternal Sunshine Of The Spotless Mind è un film innovativo e di eccellente fattura che, per quante volte lo si possa vedere, non perde mai la sua potenza e la sua capacità di stupire lo spettatore. Il titolo è stato tradotto, al quanto banalmente, in italiano con Se mi lasci ti cancello, quando, se dovessimo seguire letteralmente il titolo in inglese, la traduzione sarebbe L’eterna luce di una mente perfettamente pulita. Forse un titolo poco commercializzabile, ma che racchiude delle sue parole il significato e il fascino di tutta la storia, cosa che invece si va un attimo a minimizzare nella traduzione italiana.
Lo sceneggiatore Charlie Kaufman, uno dei più grandi della sua generazione, ha trascritto sulla carta un lavoro veramente unico ed inimitabile. Il film, intriso di un incredibile onesta e sincerità, ci porta a superare le nostre mere curiosità sui fatti narrati, portandoci ad evolverci nelle situazioni che, forse, anche noi abbiamo sperimentato nella nostra vita emotiva e sentimentale. Così facendo, Kaufman, insieme al regista Michel Gondry, ha gettato le basi di uno dei migliori film degli ultimi vent’anni, assieme ad altri piccoli capolavori come Essere John Malkovich, Synecdoche, Anomalisa, e si può forse ritenere uno dei suoi film più completi.
Michel Gondry si è rivelato una scelta registica ispirata, pur non avendo particolarmente brillato nella loro prima collaborazione Human Nature. In questo film, Gondry è riuscito a creare un atmosfera di continue dissolvenze e di frammentazioni consecutive che spingono la storia a livelli altissimi. Un film visivamente inteso, spezzettato anche nelle inquadrature e nel montaggio, che scorre abbastanza velocemente, ma che conserva quella lentezza attraverso cui lo spettatore può riuscire a conoscere, capire i personaggi ed immedesimarcisi che è la situazione più difficile da creare per un cineasta.
Il film è di una bellezza disarmante. Il messaggio che racchiude è di una potenza incredibile ed è trattato in un modo molto delicato e sensibile. La scala emotiva è percorsa totalmente: vediamo il momento dell’innamoramento e dell’amore vero e proprio, come vediamo il momento dell’abitudinarietà, dell’estraniamento dal partner, della paura, del dolore e del momento in cui si vorrebbe dimenticare. Ma il film ci mostra come i nostri ricordi siano preziosi, soprattutto ci ricorda quanto, in una relazione, i momenti di vera e intima felicità siano notevolmente superiori a quelli più cupi, anche se spesso ci ritroviamo a pensare il contrario. Quando Joel chiede, disperato: “Per favore, mi lasci questo ricordo, soltanto questo” è un momento di profondo rammarico, in cui possiamo capire che tutte le emozioni, tutti quei momenti che abbiamo condiviso con una persona, brutti o belli che siano, sono unici.
Il momento in cui il nostro cuore cade letteralmente a pezzi è quando ci accorgiamo che quei momenti, con quella persona, non li potremmo più vivere. Nell’intercorrere degli istanti da qui in poi, noi non avremmo più la possibilità di sorridere, abbracciare, baciare, stare assieme a quella persona. È questo quello che ci distrugge.
Si dice che l’odio sia un emozione più profonda dell’amore. In realtà, l’odio è più facile da esaudire perché gli basta poco per prenderci e rigirarci a suo piacimento, mentre l’amore ha bisogno di attenzione, di tempo, di passione ed è molto facile sbagliarsi e perderlo in un momento, sia involontariamente che volontariamente, come il film vuole mostrare.
Eternal Sunshine Of The Spotless Mind di Michel Gondry è un film che andrebbe visto non tanto per il piacere estetico, ma anche per comprendere il piacere intensissimo e agrodolce che percepiamo nell’inter-diversità, ovvero negli aspetti diversi delle personalità che due persone possono avere. Due persone, per quanto follemente si possano amare, non saranno mai uguali o simili. L’amore è comprendere che l’altro sarà sempre “altro” da noi e non potrà mai essere diversamente. Anche con i suoi enormi difetti, l’altro può essere parte di noi, qualcosa che si va ad aggiungere ed incrementare il nostro essere e il nostre esserci qui ed ora. L’istante in cui esistiamo insieme è unico e non può esserci sottratto, nemmeno dalla separazione, dalla rottura, dal distacco e da tutto ciò comporta: paura, odio, malinconia, tristezza, disperazione, depressione ecc.
Lasciamo così Eternal Sunshine Of The Spotless Mind e la storia di Joel e Clementine. Li lasciamo su una spiaggia innevata, ancora insieme, con i loro difetti, le loro diversità, il loro amore, la loro unicità ed irripetibilità, accompagnati dalla sonorità di Everybody’s got to learn sometime.