CineMachine | Gli Invasati
REGIA: Robert Wise ● CAST: Julie Harris, Claire Bloom, Richard Johnson, Russ Tamblyn, Fay Compton, Rosalie Crutchley, Lois Maxwell, Valentine Dyall, Diane Clare, Ronald Adam ● GENERE: horror, thriller ● DURATA: 112 minuti ● DATA DI USCITA: 31 Ottobre 1963 (Italia)
Gli Invasati del 1963 per la regia di Robert Wise.
Storia: Eleanor Lance (Julie Harris) è una donna sulla trentina afflitta dai sensi di colpa per non aver accudito a dovere la madre sul letto di morte e per essere vilmente disdegnata dai suoi familiari per i suoi modi di comportarsi. Nel tentativo di fuggire da tutto e da tutti, Eleanor decide di partire per un viaggio a Hill House, dove il dottor John Warkway (Richard Johnson), sta conducendo delle ricerche sui fenomeni paranormali che sembrerebbero avvenire all’interno della casa. Assieme a loro si aggregheranno Luke Sanderson (Russ Tamblyn), il disincantato nipote del padrone di casa, scettico nei confronti del paranormale, e Theodora (Claire Bloom), artista, sensitiva ed omosessuale, che da subito mostra interesse per la sua compagna di stanza. Il gruppo si ritroverà ben presto a dover fronteggiare delle oscure presenze: strani rumori, inquietanti vibrazioni provenienti dalle pareti, zone inspiegabilmente fredde ed Eleanor, sempre più paranoica, che una notte afferra la mano di qualcuno, pensando sia quella di Theodora, ma volgendo lo sguardo, si rende conto che la sua compagna di stanza si trova dalla parte opposta della camera.
Ritenuto da molti critici, esperti ed appassionati, uno dei film più spaventosi di tutti i tempi, Gli Invasati di Robert Wise riesce a colpire a fondo grazie ad un’intricata elaborazione di suoni ed immagini irreali che inducono nello spettatore un forte senso di paranoia miscelato a puro terrore.
Storie su case infestate ce ne sono state molte, ma quella di Hill House è forse una delle più conosciute e delle più terribili. L’autrice del romanzo da cui Gli Invasati è stato tratto, Shirley Jackson, morta due anni dopo l’uscita del film, è riuscita a rispolverare ed aggiungere nuovo sapore alle storie di fantasmi e case infestate, influenzando autori del calibro di Stephen King. Da lì in avanti saranno in molti i titoli che ritratteranno il tema, come per esempio The Amityville Horror (1979) di Stuart Rosenberg o Poltergeist (1982) di Tobe Hooper.
Evidenziando l’influenza che Robert Wise ha avuto con questo film e con questo tipo di cinema, non possiamo non lodare la notevole capacità tecnica di questo grande regista, tra l’altro montatore di un capolavoro della storia del cinema come Quarto Potere (1941) di Orson Welles, che non si è dissipato negli effetti speciali, di fatto il film ne è quasi totalmente privo, ma gioca tutto su inquadrature oblique e sbilenche date da riflessi in uno o più specchi o dall’utilizzo del grandangolo. Inoltre il comparto sonoro è in modo sostanziale un vero e proprio catalogo uditivo dell’orrore, come viene definito nell’edizione del 2007 del Il Mereghetti.
Ricordiamo inoltre che negli anni Sessanta il panorama tecnico del cinema era in notevole avanzamento, portando con se strumentazione sempre più leggere e quindi più semplici da gestire. Non è un caso che in questo periodo si faccia molto uso della macchina a mano o dello zoom. Inoltre anche a livello di registrazione del suono vi erano stati notevoli sviluppi e forse è proprio grazie anche a questo tipo di tecnologie che Wise è riuscito a dare a Gli Invasati quella nota da vero e proprio horror d’atmosfera lavorando molto sull’impatto sonoro.
Oltretutto la caratterizzazione dei suoi personaggi, in particolare quella di Eleanor, che rappresenta quel tipo di protagonista, spesso giovane, impegnato ad inventare o reinventare la propria vita, che parte alla ricerca della propria libertà, svela alla fine quanto la sua e la nostra libertà sia limitata dal contesto sociale in cui viviamo. E soprattutto che quella libertà che il protagonista sperimenta è spesso volta al negativo, in uno stato di angoscia dato dal semplice fatto che quando otteniamo la libertà non la sappiamo gestire.
Con grande ingegno e profonda consapevolezza del mezzo cinematografico, Robert Wise è riuscito a trasporre una delle storie più inquietanti della storia della narrativa moderna, tenendo lo spettatore in perfetto equilibrio tra reale ed irreale, e riuscendo a mantenere intatte, se non amplificando, tutte quelle sensazioni spiacevoli che un film dell’orrore dovrebbe riuscire ad ottenere dal suo pubblico.
Titolo giustamente consigliato nel periodo più opportuno, quello autunnale, naturale richiamo all’horror. Per i veri temerari consiglio la visione individuale, con tanto di cuffie e stanza buia per godere appieno di quell’incredibile e terribile effetto che il sonoro e le immagini de Gli Invasati di Robert Wise riesce a dare.