Esplorare la Pedemontana Veneta – la Val Leogra: Schio, Torre, Valli e le Piccole Dolomiti
La prima impressione che si ha mentre si percorre la Val Leogra è di essere circondati dal verde; apparentemente i colli e le montagne sembrano serrare il viandante in un solco non troppo largo, ma basta salire di poco tra le contrade sparse sui pendii per godere di ampi panorami dove la presenza dell’uomo ancora si fonde nella bellezza dei prati, dei boschi e delle Piccole Dolomiti che si ergono maestose a cingere la valle. La Val Leogra ospita i comuni di Schio, Torrebelvicino e Valli del Pasubio – inseriti nella destinazione turistica regionale Pedemontana Veneta e Colli: con sede a Thiene si estende in un territorio di 54 comuni tra Alto Vicentino, Colli Berici e Veronese. Promuove nella zona le escursioni sul Pasubio e le Piccole Dolomiti, i luoghi della grande Guerra con la strada delle 52 gallerie e l’Ossario del Pasubio, escursioni nel Sengio Alto con il ponte a Corde Avis detto tibetano nel comune di Valli del Pasubio, percorsi trekking nella Val Posina e nell’Alta Val Leogra.
Quest’ultima valle è interamente attraversata dall’omonimo torrente che le dà il nome e dalla Strada Provinciale 46 del Pasubio che conduce al Passo Pian delle Fugazze. In alto la valle presenta una tra le più belle skyline del Veneto: quella del Sengio Alto con i famosi monti Baffelan, Tre Apostoli e Cornetto e quella del Pasubio. Alla sinistra idrografica invece si trova il massiccio del Monte Novegno, mentre nel versante opposto la valle è delimitata da una dorsale di monti minori dove i principali sono il Civillina, il Singio (e il Cengio) e lo Scandolara.
Schio è il comune più grande della valle e il terzo della provincia di Vicenza; un grande impulso alla sua espansione fu data dalla figura di Alessandro Rossi che fece della Lanerossi l’azienda trainante per la produzione di lana nell’Ottocento. Ancora oggi nella città – che offre una grande ciclabilità e molti percorsi che si muovono anche verso la Val Leogra, si possono osservare dei siti di archeologia industriale, tra i quali spiccano la Fabbrica Alta e i lanifici Rossi, Cazzola e Conte. Altri luoghi di interesse sono il Castello di Schio situato in una posizione sopraelevata rispetto al centro storico, l’imponente Duomo di San Pietro nella piazza principale e il recentemente restaurato Giardino Jacquard. Per il centenario dalla costruzione della Strada delle 52 Gallerie sul Monte Pasubio nel 2017 è stata realizzata una mostra di successo sull’opera militare che al giorno d’oggi richiama più di 30mila turisti all’anno; l’esposizione è stata suddivisa in tre sezioni che raccontavano attraverso fotografie rispettivamente della costruzione della strada, del primo dopoguerra attraverso gli scatti di Mario Zuliani e della sua manutenzione e percorrenza ai nostri giorni. Spostandosi più a nord si incontra l’abitato di Torrebelvicino: il paese è famoso perché nel periodo natalizio ospita la stella cometa più grande d’Europa, lunga circa 360m e resa visibile da una moltitudine di lampadine poste su fili che congiungono le vicine vette dei monti Singio e Cengio. Nel territorio comunale si possono intraprendere delle interessanti escursioni come quella del già citato Singio dove sono presenti anche opere risalenti alla Grande Guerra, quella attraverso la Valle dei Mercanti lungo il sentiero geologico e mineralogico dove un tempo erano attive diverse miniere oppure quella che conduce ai resti del castello di Pievebelvicino tra antiche sepolture, piccole grotte, gallerie misteriose e una panoramica cima.
Ultimo paese della valle è Valli del Pasubio, la vecchia Valli dei Signori, il paese delle acque minerali e della sopressa. Di queste ultime sono ancora presenti alcune fonti storiche come la fonte Regina e la fonte Virgiliana nella frazione di Staro e della aziende attive e famose anche fuori regione; ogni anno si tiene nel centro di Valli la Sagra della Sopressa dove nel corso degli anni venne istituita un gara di assaggi per determinare la migliore sopressa dell’anno. Il prodotto ha ottenuto la denominazione D.O.P. e De.Co. Quest’anno la sagra giungerà alla 52° edizione e si ospiterà dal 3 al 4 e dal 10 al 15 agosto, un evento imperdibile per chi ama il buon gusto della tradizione. La bellezza dell’abitato di Valli sta nell’essere diviso in un gran numero di contrade (più di 120) a causa della conformazione del territorio: abbandonando il centro e salendo sui versanti della valle ci si inoltra in un dedalo di stradine che uniscono le contrade dove ancora si respira l’aria tranquilla di montagna. Qui si hanno degli scorci tra i più belli della Val Leogra con i gruppetti di case immerse nel verde e sullo sfondo le belle Piccole Dolomiti. La frazione di Sant’Antonio ospita la contrada più magica nel periodo natalizio: è Contrada Bariola dove ogni anno si trova il suggestivo presepe fatto di statue semoventi e parlanti che riproducono alcuni abitanti della contrada. I personaggi sono ospitati all’interno delle vecchie case, vestiti con abiti tradizionali e dediti alle attività che si svolgevano: vi si trovano la fanciulla, i due innamorati, l’alpinista che osservando i Sogli Rossi anela alla loro conquista, chi russa in cantina di fianco a una grossa damigiana di vino, il prete, chi è intento a mescolare la polenta… Tutti i protagonisti parlano in dialetto veneto e vogliono trasmettere le tradizioni che un tempo animavano una piccola contrada come questa. I momenti più incantevoli per visitare il presepe sono al tramonto e di sera con le luci soffuse delle abitazioni.
Salendo ora al Passo Pian delle Fugazze si incontra uno dei quattro ossari della provincia di Vicenza, il Sacello Ossario del Pasubio. Spesso è distinguibile anche dalla pianura, posto nei pressi del passo si innalza come un faro a monito delle generazioni che si susseguono dal conflitto della Prima Guerra Mondiale. La costruzione è alta 35 metri e ospita al piano inferiore le salme di più di 5000 soldati, tra cui quella del comandante della I Armata, il Generale Pecori Giraldi. In alcune teche le ossa sono anche visibili. Nella parte superiore è presente una cappella votiva raggiungibile con una scalinata. Dall’Ossario si può facilmente proseguire per una piacevole passeggiata al famoso Ponte Avis o ponte tibetano: si tratta di un ponte di corde e acciaio lungo più di 100m e che supera un baratro di 30 metri. Il ponte si trova lungo la strada del Re che da Pian delle Fugazze giunge al Passo di Campogrosso. L’escursione è di facile impegno, adatta a famiglie con bambini; nonostante la semplicità dell’itinerario si possono godere di magnifici panorami sulla sottostante Val Leogra e la pianura vicentina, nonché sulle vicine pareti del Baffelan e del Cornetto. L’arrivo a Campogrosso permette di godere degli ameni pascoli dell’alpe in vista del massiccio roccioso del Carega. Per il ritorno si può scegliere per tornare per la stessa via dell’andata oppure completare il periplo del Sengio Alto attraverso la Strada delle Sette Fontane o i prati di Malga Bovental.
Merita una menzione il Giardino Botanico Alpino San Marco che si incontra anch’esso lungo la strada per il Passo Pian delle Fugazze: esso è gestito dall’Unione Montana Pasubio – Alto Vicentino e al suo interno si possono trovare interessanti informazioni riguardo la flora delle Piccole Dolomiti con numerose specie presenti, anche endemiche, che si possono scoprire passeggiando lungo l’anello all’interno del giardino. L’apertura è riservata a ogni domenica da fine maggio ad agosto, dalle 15 alle 19.
Da un punto di vista cicloturistico molto interessante l’anello attorno al Sengio Alto: si può partire in bici da Schio, seguire la SP46 in direzione Valli del Pasubio, svoltare verso Recoaro Terme, salire il Passo Xon, scendere a Recoaro e risalire in direzione Passo Campogrosso. Di lì (quota 1460), scollinare in Trentino, proseguire in direzione Pian delle Fugazze passando dietro al gruppo del Sengio Alto. Arrivati al Pian delle Fugazze, scendere a Schio. Un totale di 80 chilometri, di cui 30 in salita e una bella dose di dislivello da coprire, magari con l’ausilio di una e-bike.