Generazione Z – Il primo mese di scuola ai tempi del Coronavirus
È finito settembre, si sono aperti gli Istituti di ogni genere e grado e gli studenti, dopo le vacanze, hanno cominciato a riassaporare i corridoi scolastici. Sono finite le prime settimane di scuola e forse, è arrivato anche il momento per tirare le prime somme sul nuovo anno scolastico.
Io studio al liceo Tron-Zanella, istituto di Schio, all’indirizzo classico. La mia scuola ospita più di 1500 studenti: ciò significa che dirigenza, insegnanti e collaboratori hanno dovuto farsi in quattro per garantire il “regolare svolgimento delle lezioni”. Ormai questa frase è diventata un leitmotiv, ma ironia a parte, è quello per cui ogni persona all’interno della scuola lavora ogni giorno.
Un paio di settimane fa è arrivata la notizia del primo caso di positività al Covid-19 nel mio Istituto (una ragazza di quinta, motivo per cui la classe è stata isolata), ma sono sempre di più gli studenti contagiati nella nostra Provincia. Questi esempi dovrebbero farci riflettere ed indurci ad agire con serietà e consapevolezza: vista la grande quantità di alunni vicentini isolati e di prof e personale Ata positivi, il mantra “mascherina e distanziamento” deve essere messo in pratica quanto prima. Per noi e per gli altri.
Ironia della sorte, poi, pochi giorni fa ci troviamo in bacheca una comunicazione del preside: un professore della metà della mia classe che studia diritto è risultato positivo. Ora quella metà affronterà i test rapidi, e se qualcuno sarà positivo dovremo sottoporci anche noi a questa manovra di prevenzione. Incrociamo le dita e cerchiamo di non ammalarci; ora anche solo un raffreddore di stagione, molto frequente negli ultimi giorni, può creare scompiglio.
Mettiamocelo tutti in testa: dobbiamo comportarci bene, lo dobbiamo a chi combatte contro questo “nemico invisibile” e lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra salute. No allarmismi e catastrofismi, sì all’essere obiettivi: la situazione non deve sfuggire di mano, se non vogliamo trovarci ai tragici livelli di marzo e aprile.
Come sempre, distanti ma uniti. Un passo alla volta, un po’ da tutti.