Generazione Z – Il saluto di un giovane liceale a Franco Battiato
Non sono sicuro che sia opportuno trovare grandi parole. La morte di Franco Battiato è stata per tutti motivo di ricordi e commozione: aveva ispirato tantissime persone, dai più giovani ai più vecchi.
Martedì, al rientro da scuola, appena tornato a casa leggo il quotidiano e accendo la tv: è morto Battiato, spirato a 76 anni dopo un lunga malattia. Fatico a trattenere l’emozione: conosco molte delle sue canzoni, anche tra le meno note, in virtù di una forte passione familiare verso quel tipo di musica. Appena scopro che se n’è andato, un mix di sensazioni mi pervade: da una parte sono estremamente dispiaciuto, dall’altra spero che ora riesca a trovare quei “mondi lontanissimi” che qui non trovava. Mi auguro che questo passaggio lo porti a scoprire quegli angoli di libertà e sapere spirituale a cui ambiva tanto.
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In questi giorni mi ha colpito moltissimo la risposta del mondo dei media e del giornalismo; da destra e da sinistra è arrivato unanime il pensiero verso il Maestro siciliano. Tra tutti spicca Marco Travaglio, con cui Battiato si esibì qualche volta e con il quale strinse una forte amicizia. Il direttore torinese ha espresso il proprio pensiero in tv e sul suo giornale, ricordando i momenti e le chiacchierate con “Francuzzo”. Io, in quanto giovane giornalista, non posso non essere affascinato da un simile legame, simbolo ancora una volta della grandezza umana di Battiato.
Tale magnanimità si ritrova poi in uno dei brani cardine del cantautore di Ionia, “Quand’ero giovane”. È impressionante la lettura che dava sul tempo che passa e su ciò che gli succedeva intorno: “le cattive notizie, in questi tempi di forti tentazioni, ci sommergono. Dobbiamo seguire la nostra coscienza e le sue norme”. E poi il ritornello: “Viva la Gioventù, che fortunatamente passa, senza troppi problemi. Vivere è un dono che ci ha dato il Cielo.” E con una critica al mercato del sesso e ai cattivi costumi, “era passata un’altra settimana”. Ancora mi vengono i brividi.
Sì, Franco Battiato ha illuminato anche i membri delle cosiddette “nuove generazioni”. Tanti, dai Millennials agli ’00 -dunque nati dopo il “periodo fiorente” del Maestro- ne hanno apprezzato le opere ed il pensiero. Riuscire ad associare filosofia, attualità, critica politica e passione in uno stesso testo è cosa da pochi; farlo con amore, attenzione e delicatezza è un mestiere unico. Esattamente come Battiato. Non c’è canzone che non consiglierei: fosse per delle case discografiche, o fosse per proprio diletto, riusciva sempre a stupire. E così fece pure coi giovanissimi, recuperando coloro che non apprezzano la musica contemporanea, quella che “ha completamente svilito la grandiosità del sentimento”.
Concludo. Battiato ci ha lasciato dopo un lungo periodo di sofferenza. Come detto, non servono grandi parole e non c’è bisogno di sottolineare certi aspetti. Caro Franco, ti vorrei dire (e dare) semplicemente un enorme grazie: “perché sei un essere speciale, e Dio (ed-io) avrà cura di te”.