Spettacolando – Edoardo Prati, una voce fuori dal tempo al Comunale fa innamorare della letteratura
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Un viaggio ammaliante attraverso l’amore nella letteratura: è quello che è andato in scena mercoledì 19 febbraio al Teatro Comunale di Vicenza, che haaccolto Edoardo Prati con il suo one-man-show “Cantami d’amore”, ed è un successo annunciato.
Dopo aver conquistato follower di tutte le generazioni sui social, aver trovato spazio a fianco di Fabio Fazio e all’interno di Repubblica con “La periferia del tempo” (una rubrica da lui diretta nella quale intervista personaggi noti), a soli 21 anni Prati sta spopolando nei teatri di tutta Italia.
Sulla carta, lo spettacolo è un originale viaggio nella letteratura, esplorata seguendo il filo conduttore di ogni storia dalla nascita del mondo: l’amore.
Tema su cui persino Dante e Calvalcanti si scontrano da settecento anni, senza decretare un vincitore: possiamo chiamare amore quella forza impetuosa e illuminate, se abbiamo la possibilità di governare questo criptico sentimento?
Un tema scottante dalla notte dei tempi, introdotto parlando dei suoi propri ricci con voce fragile e discreta: chi è questo ragazzo slanciato che passeggia sul palco con l’aria crucciata e incerta? Perché ci parla dei suoi capelli?
La voce si scioglie poco a poco e si scalda progressivamente fino ad avvolgerci, senza che ce ne rendiamo nemmeno conto. E la panchina, dalla quale è nata la sua storia personale, dalla quale i suoi pensieri hanno iniziato a prendere forma fino a segnare la strada di un viaggio, trova il giusto posizionamento nel puzzle della nostra mente.
La panchina è il luogo nel quale si è fermato per osservare quel mondo che gli scorreva davanti, senza sentirsi parte di esso. Quello spazio in cui le parole delle poesie che leggeva hanno potuto indicare la strada che portava alla vita reale che si agitava davanti al lui, senza che avesse il coraggio di partecipare.
Gli amori raccontati o messi in versi altro non sono che le trasposizioni di chi dall’amore è travolto senza trovare un’adeguata difesa. Quella bomba che esplode nel petto che non sappiamo come detonare, quell’energia inaspettata che cerchiamo di convogliare come fossimo una centrale nucleare pronta a illuminare una città: qual è la cura per tutto questo?
Cos’è successo realmente tra Catullo e Lesbia e cosa resta di quel sentimento lacerato e bistrattato? A cosa hanno portato i dolori del giovane Werter? Che amore è stato quello tra Paolo e Francesca, e Beatrice, eh: quanto ha cambiato le sorti della vita di Dante, della letteratura e persino del mondo intero Beatrice Portinari, detta Bice, coniugata de’ Bardi?
Le parole dei poeti non servono a trovare risposte alle nostre domande, almeno sul dibattuto tema dell’amore: sono vitali e salvifiche però, per farci compagnia quando siamo travolti da un qualcosa che ci fa bene e male allo stesso tempo. Quel dolore che ci acceca fino a farci sentire inadeguati e incompresi.
Così, le parole dei poeti servono a proteggerci da quella solitudine che rischierebbe di annientarci. Che si chiamino Dante Alighieri, Riccardo Cocciante o Franco Battiato.
Edoardo Prati ci ha accompagnati in un viaggio senza tempo, allungando una mano e spingendoci a stringere quella di chi sentiamo vicino a noi, senza il timore di sentirci sbagliati; lui che con i suoi vent’anni sembra averne vissuti già mille.
Paolo Tedeschi