Spettacolando – “Quasi amici” è un campione di buonumore anche lontano dal grande schermo
Al Teatro Comunale di Vicenza, il 4 e il 5 Febbraio Paolo Ruffini e Massimo Ghini hanno portato in scena “Quasi amici” con un doppio successo di pubblico. La stagione di prosa è così entrata nel vivo, con una programmazione di alto livello.
Le aspettative sono l’algoritmo della delusione; vedere rappresentato sul palco un film campione d’incassi che ha fatto sorridere ogni tipologia di spettatore, porta solitamente a commenti del tipo: comunque il film era più divertente. Non questa volta.
La rivisitazione della pellicola francese è in chiave toscana con retrogusto romano, e si rivela un progetto ben riuscito. Un equilibrio dissacrante dove il politicamente scorretto la fa da padrone, senza mai risultare volgare.
Si osa con ironia e linguaggio dissacrante su temi delicati: dalla malattia al rapporto con le donne, dal reddito di cittadinanza al legame padre e figlia, dall’omosessualità allo schema della seduzione maschilista.
Il tema è quello del rispetto, nell’epoca del politicamente corretto. Come relazionarsi con chi è seduto su una sedia a rotelle, un uomo tetraplegico che beneficia di amorevoli attenzioni solo grazie alla sua ricchezza? Si finge che vada tutto bene? E più in generale; come desiderano essere trattati coloro che non rientrano nello schema sociale che ha bollato con normali solo gli uomini bianchi, in buona salute, con un lavoro rispettabile, una moglie e due figli?
La nostra società s’interroga ancora su questo tema e ogni giorno abbiamo visioni e chiavi di lettura differenti, soprattutto sulle diversità che troppo spesso ancora non si conoscono.
Una risposta questo spettacolo la suggerisce. Il rispetto non arriva attraverso la pietà, e un approccio schietto e diretto può essere preferibile a un atteggiamento umano annebbiato dai sensi di colpa, veri o finti che siano.
Paolo Tedeschi