Tutto si trasforma
Un amico qualche giorno fa mi ha consigliato di consultare spesso il vocabolario, nonostante io conosca il significato di una parola. Questo perché, ritiene, leggere nero su bianco la descrizione, i sinonimi e gli esempi di un termine e del suo utilizzo non può far altro che rendere più chiaro il concetto che si ha mente o che ci viene espresso dall’esterno. Difatti lui, nel mezzo dei nostri più profondi e riflessivi discorsi, mi ripete sempre: “Cerca la parola che ti ho appena detto”. Ed io, puntualmente, invece di replicare mi metto a sfogliare significati e apro i link più disparati.
Di recente, rivalutando il mio modo di affrontare la realtà e ciò che vi capita, ho cominciato ad interrogarmi sempre più spesso su quanto il mio atteggiamento nei confronti degli eventi influisca negativamente sul loro decorso, così come i miei pensieri spesso negativi ed estremisti siano limitanti nel cambiare e sradicare/migliorare la mia esistenza.
Con questi presupposti, presa da alcuni pensieri un po’ destabilizzanti circa la finalità del dolore e i modi di aggirarlo, ho scritto nel motore di ricerca: “evolvere se stessi“. Voglio infatti cambiare la mia vita, e se non è in mio potere farlo, posso almeno prendermi la briga di cambiare il mio modo di guardarla.
Comunque, dicevo, durante la mia ricerca mi sono, girovagando qua e là, imbattuta su un sito a me sconosciuto. Non sto qui a riportare il link, ma vorrei accennare a quanto ho letto riportando cinque suggerimenti validi per tutti, se vogliamo essere persone che si evolvono (che poi è ciò a cui siamo chiamati come persone): 1. le vere catene sono quelle mentali, finché non le spezzi non sarai libero; 2. quando cambi il modo di osservare le cose, le cose che osservi cambiano; 3. se vuoi cambiare la tua realtà, cambia atteggiamento; 4. la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quanto è necessario; 5. sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, se cambi tu cambia il mondo.
Ho riflettuto un po’ su queste affermazioni. Sono argomentazioni che fino a poco tempo fa mi erano estranee: fino a pochi mesi fa non le avrei ritenute neppure degne di lettura o comunque non vi avrei dato adito né spazio. Ora. Ora mi trovo a concordare su ogni singolo punto. Di recente, infatti, ho cambiato il mio modo di vedere le cose, ho “cambiato lenti” come piace dire a me. Ed è vero: cambiando visuale, prospettiva, atteggiamento, risposte e stato d’animo, cambia tutto. Le piccole cose che prima passavano inosservate ora sono plateali e meravigliose, i grandi problemi non sembrano più insopportabili, le grandi domande non necessitano più di grandi risposte, si accontentano di possibili spiegazioncine o anche del silenzio.
Passare oltre (non bypassare, trascurare o dimenticare), accettare ed accogliere, comprendere. Questa dovrebbe essere la posa ideale di fronte alle problematiche che la realtà ci presenta. “non posso farci niente” oppure “io sono così, è un mio limite” erano frasi che spesso ripetevo. Quanto mi sbagliavo!! Posso tutto, in quanto io sono in evoluzione, in continuo cambiamento, in continua ricerca di migliorare. Io, come tutti, come la realtà e il divenire. I miei limiti sono tali quando io decido che lo devono essere, e dunque permetto loro di esistere. Si possono scardinare? La mia personale risposta è Sì. Non so fin quanto, o quali, forse non tutti e non del tutto (rispondere a questa domanda non è né facile né funzionale) ma se ci si lavora si può ottenere e cambiare radicalmente ogni cosa.
Spesso i nostri limiti che in realtà ci imponiamo mentalmente da soli, sono mossi da sentimenti di paura, ansia, angoscia, bassa autostima e quant’altro. Non sono limiti “reali”, sono autoindotti. Uno psichiatra a me caro ripeteva sempre “la mente mente”. Non avevo dato peso a quest’affermazione prima, o meglio non l’avevo compresa fino in fondo. La mente, con i suoi preconcetti, esperienze passate, imposizioni esterne radicatesi, mente. È semplice: vediamo ciò che vediamo condizionati da ciò che siamo, dalle nostre lenti abituali.