Banda di giovanissimi dai 14 ai 16 anni rapina una donna e aggredisce un carabiniere
Fa rabbrividire per le prospettive che implica un fatto di cronaca avvenuto a fine aprile a Camisano Vicentino, da poco nominata città a pieno titolo con i suoi 10 mila abitanti e che, suo malgrado, sembra già trovarsi di fronte al discusso fenomeno sociale delle baby gang. Una banda di giovanissimi dai 14 ai 16 anni, tutti residenti nel comune al confine tra le province di Padova e Vicenza, è stata infatti fermata dai carabinieri della stazione locale in quanto implicata in una rapina ai danni di una 59enne del posto, con modalità violente.
Una successiva perquisizione personale nei confronti del quintetto di teenager ha svelato il possesso di alcuni passamontagna e coltelli, segni inequivocabili che questi “apprendisti criminali” si erano equipaggiati per i loro raid, studiandoli probabilmente a tavolino. Come del resto è avvenuto nel caso della donna camisanese chiamata all’esterno con un trucco per poi sottrarle il telefono cellulare. Due di loro sono stati arrestati – e poi subito rilasciati – per rapina aggravata in concorso, tre dei cinque denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Per uno di loro, il violento e aggressivo, anche una denuncia ulteriore per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
L’episodio risale al pomeriggio di sabato 30 aprile. L’intervento dei carabinieri era stato richiesto da una donna di 59 anni, rientrata in casa per comporre il numero di emergenza 112. Ha denunciato subito di essere stata vittima della rapina del cellulare dopo essere stata inoltre accerchiata da un gruppo di giovanissimi, che l’avrebbero spintonata fino a farla cadere a terra, in strada. Secondo la versione dei fatti espressa, lei si trovava in casa e si è fatta attirare all’esterno da urla concitate, salvo poi vedersi circondata dai cinque ragazzi. Qui avrebbero iniziati le offese e le minacce, con uno della banda a toglierle lo smartphone dalle mani e spingendola a terra, provocandole delle abrasioni lievi.
Ottenuto il “bottino”, i membri della baby gang si sono dati alla fuga a piedi ma hanno fatto poca strada, visto che quattro dei cinque minori sono stati individuati in pochi minuti dalla pattuglia dell’Arma inviata nella zona. Il quinto giovane, invece, proprio colui che aveva materialmente “intascato” il telefonino, per guadagnarsi una via di fuga si è scagliato contro uno dei militari, colto si sorpresa, ferendolo prima di venire immobilizzato. Per l’operatore delle forze dell’ordine si è resa necessaria una visita in pronto soccorso e una prognosi di 10 giorni per la piena guarigione.
Il recupero immediato della refurtiva ha “chiuso” la missione e inchiodato il giovane 15enne a rispondere in futuro delle sue azioni, che saranno oggetto di analisi da parte di un giudice minorile. Le successive perquisizioni personali hanno permesso di rinvenire nella disponibilità dei due arrestati altrettantipassamontagna e un coltello, mentre i restanti tre nascondevano altri copricapo analoghi, ancora dei coltelli e tirapugni. Trattandosi di minori, oltre all’età e alla residenza generica non sono stati resi noti dalla Procura della Repubblica altri dati sensibili su di loro, nonostante l’arresto in flagranza di reato.