“Inventare un referendum non serve”: il ministro Martina duro sul voto veneto
“Se le regioni Lombardia e Veneto volessero davvero discutere di federalismo differenziato, potrebbero chiedere al governo un tavolo di confronto e parlarne: da subito”. Il ministro dell’Agricoltura, il bergamasco Maurizio Martina, in visita a Bressanvido alle Latterie Vicentine non ha rifiutato, a margine dell’incontro, un commento sul referendum consultivo sull’autonomia indetto dal Veneto e dalla Lombardia. “Non capisco perché aspettare e inventarsi un referendum, quando questo lavoro si potrebbe fare già: dovrebbero chiederselo anche i veneti e i lombardi”.
Ma durante la visita vicentina il ministro, ovviamente, ha soprattutto parlato di agricoltura. Martina ha dato rassicurazioni sullo stato di calamità, oggetto nei giorni scorsi di un’interrogazione da parte dei deputati del Pd vicentini Federico Ginato e Filippo Crimì. “Siamo disponibili a parlarne, l’importante è che la Regione Veneto presenti una richiesta formale al governo”. Nei giorni scorsi, riporta il testo presentato dai due parlamentari, un brusco calo delle temperature notturne ha provocato una gelata fra i vitigni e le colture primaverili, ghiacciandole e rovinandole. Secondo Coldiretti, in alcune zone sarebbe andato perso fra l’80 e il 90 per cento del Cabernet e del Merlot.
Dopo un tour guidato all’interno dell’azienda, che è il più grande polo di produzione dell’Asiago Dop, Martina ha incontrato il presidente Alessandro Mocellin e alcuni rappresentanti del mondo agricolo locale e amministratori del territorio. Un incontro incentrato su un “traguardo storico per il Paese”: così il ministro ha definito la recente norma sull’obbligo di etichettatura dell’origine della materia prima dei prodotti lattiero caseari come ad esempio il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini, in vigore dal 19 aprile 2017. “Questo intervento ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori – ha detto Martina – Da oggi tutti i consumatori potranno acquistare i prodotti conoscendo esattamente la provenienza della materia prima. Questo vuol dire poter scegliere consapevolmente il Made in Italy, tutelare il lavoro dei nostri allevatori e soprattutto creare una vera e propria cultura del cibo. Come governo siamo in prima linea nella costruzione di azioni di massima informazione nei confronti di chi acquista prodotti agroalimentari. L’etichetta sul latte e i suoi derivati è una sperimentazione italiana che auspichiamo possa trasformarsi presto in uno standard europeo. Per il latte, per il riso, per la pasta. E non solo.”