Tragedia in casa: 23enne trovato morto in camera dalla madre infermiera. Probabile malore
Era rientrata in casa, martedì pomeriggio, dopo il turno di lavoro di infermiera nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, trovandosi di fronte a una scena che nessuna madre vorrebbe mai affrontare. Il figlio di appena 23 anni, di nome Stefano, non le aveva dato risposta e si è recata subito in camera da letto: il ragazzo giaceva senza vita nel suo letto. Con ogni probabilità era morto già da più ore, si presume a causa di un malore che lo avrebbe colpito nel sonno, nella loro casa di Camisano Vicentino.
Pur nella disperazione comprensibile del momento, la donna ha subito tentato di mettere in pratica quanto è nelle sue competenze di infermiera con lunga esperienza e impiegata in uno dei reparti ospedalieri più delicati. Nel contempo, chiedendo aiuto al 118 ai suoi stessi colleghi dell’azienda sanitaria Ulss 8 Berica. Purtroppo, la squadra medica inviata in codice rosso non ha potuto che confermare quanto Chiara, mamma di Stefano Pignatelli, aveva già constatato nello strazio di quei minuti interminabili.
Un lutto inaspettato e angosciante che colpisce una famiglia già colpita dalla perdita del padre di Stefano e della sorella maggiore del ragazzo vittima del malore, Giorgia: Pierpaolo Pignatelli, di professione militare dell’Arma in servizio proprio alla stazione di Camisano, era mancato circa 13 anni fa a causa di una malattia oncologica. Egli aveva solo 46 anni, come si legge nel servizio del Giornale di Vicenza. La madre dei due adolescenti, rimasta vedova, ha cresciuto i figli e si è caricata sulle spalle la famiglia, accompagnando i figli nella crescita e nei loro traguardi raggiunti.
Tra quelli conquistati con tanta tenacia e forza d’animo da Stefano, sul corpo del quale ieri è stata disposta l’autopsia dalla Procura di Vicenza dopo l’informativa sulla, l’ottenimento della laurea triennale in Economia e Commercio alla Ca’ Foscari di Venezia. Poco meno di un anno fa, accompagnando alla foto una dedica speciale: “un ringraziamento a mia madre e mia sorella per essere i punti fermi nella mia vita; ed ora focus sulla prossima sfida!“. Una formazione personale che non si era affatto conclusa con quel titolo di studio che con maturità definiva lui stesso come un punto di partenza, non d’arrivo: il 23enne camisanese studiava ancora con profitto e nel contempo si guadagnava da vivere, rimboccandosi le maniche.
Per un certo periodo redigendo degli articoli sportivi – la sua disciplina era la pallamano in particolare – tra le altre cose come collaboratore proprio della testata che ne racconta oggi la tragica fine prematura. Poi come animatore nei centri estivi degli Junior Camp e, ancora, nei mesi scorsi ha lavorato pure come commesso in un negozio di scarpe e accessori, nel punto vendita Bata di Vicenza. Tutte esperienze utili in un cammino di certo complicato ma che di tappa in tappa ne ha fatto emergere la forza e la determinazione di un giovane che, tra gli amici e affetti più cari e preziosi, sarà impossibile dimenticare. A garantirlo gli amici cresciuti con lui e i compagni di scuola – aveva frequentato il Fogazzaro a Vicenza – e di Università.
Per conoscere la data e le modalità delle esequie bisognerà attendere il nulla osta per la sepoltura dalla sede del Tribunale di Borgo Berga. Sarà concesso probabilmente domani, al termine dell’esame autoptico programmato nello stesso giorno all’ospedale San Bortolo di Vicenza, non appena le condizioni psicofisiche dei familiari della vittima lo consentiranno.