Licenziamento collettivo Omba, gli operai protestano a Genova davanti alla proprietà
Sono centoventi gli operai e impiegati della carpenteria industriale Omba di Torri di Quartesolo su cui incombe lo spettro del licenziamento: la procedura è già avviata e terminerà alla metà di marzo. La protesta dei dipendenti contro la proprietà, la famiglia di banchieri genovesi Malacalza, si fa sempre più intensa: ieri ottanta lavoratori assieme ai sindacalisti delle sigle metalmeccaniche Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil in autobus si sono recati a Genova partendo nel cuore della notte, per una intera giornata di protesta sotto le sedi delle aziende della famiglia Malacalza.
Omba, travolta da una crisi finanziaria conseguente al mancato pagamento di crediti per decine di milioni di euro da parte di clienti importanti (fra gli altri c’è anche Condotte), secondo le sigle sindacali e i dipendenti è comunque sostanzialmente un’azienda sana e con un futuro possibile. Alla proprietà, che ha messo in chiaro di non voler investire di più e ha avviato la procedura di concordato (con un curatore già nominato dal tribunale), le sigle sindacali hanno chiesto un impegno per traghettare l’azienda verso la continuità produttiva e contemporaneamente la sospensione dei licenziamenti.
“Entrambe le richieste” afferma Maurizio Ferron, segretario Fiom “sono finalizzate a non disperdere il patrimonio di professionalità e competenza acquisito negli anni e per valutare anche altre strade per risolvere la crisi come una possibile cessione ad altri investitori”. Ieri mattina i metalmeccanici vicentini partiti alla volta della Liguria hanno manifestato davanti alla Asg e alla Paramed del gruppo Malacalza: gli stessi dipendenti delle due aziende genovesi hanno scioperato un’ora per solidarietà con i colleghi della Omba. Sul posto anche una delegazione dell’Ansaldo Energia e dell’Ilva a portare il loro appoggio. Oggi le sigle sindacali riprenderanno il tavolo di trattativa a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico.