Scary Stories to Tell in the Dark: un buon film horror per ragazzi

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Recuperato nell’edizione combo edita dalla Eagle Pictures contenente sia il DVD che il Blu-ray del film in questione, “Scary Stories to Tell in the Dark” si è rivelato essere un ottimo film dell’orrore che prende ispirazione dalla raccolta di racconti riportati nel romanzo di Alvin Schwartz, edito in italia da De Agostini, creando intorno ad essi una storia che ha dentro di sé molti aspetti che personalmente ho apprezzato.

Partiamo dal fatto che gli attori protagonisti, come era per “IT” di Andy Muschietti, sono degli adolescenti che vivono, per loro sfortuna, degli eventi raccapriccianti, dopo aver trovato in un’antica e misteriosa casa, un vecchio libro che all’apparenza può sembrare vuoto, ma che in realtà raccoglie dentro di sé delle storie che si riveleranno terribilmente reali. 

Viene quasi spontaneo il paragone con “IT”, data la giovane età dei protagonisti e personalmente ho preferito il lavoro del regista André Øvredal che già mi aveva piacevolmente sorpreso con il claustrofobico “Autopsy” del 2016. 

Vi starete domandando il perché … Semplicemente perché la storia di “Scary Stories to Tell in the Dark” è assai più originale sotto l’aspetto puramente cinematografico, in quanto, come già detto, le storie funzionano da contrappunto ad una narrazione completamente nuova che mostra il legame che c’è tra questi ragazzi e le loro paure che si materializzano in modo decisamente più fervido e accattivante rispetto al già citato “IT”. 

Dopodiché si nota come Øvredal non voglia attirare l’attenzione sui personaggi con battute ridicole o sequenze balzane, ma rimanga fermo su di essi e sui fatti che accadano, dando credibilità e profondità alla messa scena e alla trama. Chiudo qui il paragone che, va da sé, è quasi inevitabile fare, essendo questi due titoli completamente pensati per un pubblico di giovani.

Ciò che ho trovato splendido nel film di Øvredal, che vede tra i suoi produttori anche il grandissimo Guillermo Del Toro, è il fatto che il regista “non sprechi pellicola”, nel senso che ogni momento del film è dosato per creare una tensione che non gioca sui jump scare o trucchi tecnici che tanto sono cari alle nuove generazioni di registi horror, ma riesce ad individuare il baricentro della suspence ed a mantenerla stabile per tutta la sequenza dove vediamo il male, se così lo vogliamo chiamare, prendere una forma. 

Di fatto il bello di “Scary Stories to Tell in the Dark” è che tutti alla fine sono vittime e rispetto a molte altre pellicole dove i protagonisti raramente si vedono morire o perlomeno scomparire, qui la storia risulta a tratti spiazzante sotto questo punto di vista ed è piacevole vedere come la regia sperimenti in questi momenti, donando ad ogni personaggio una fine ben diversa.  

Inoltre il regista riesce ad infilarci anche citazioni di merito come “La notte dei morti viventi” di George A. Romero, strizzando l’occhio al suo pubblico e invitandolo alla visione e inoltre mostra il razzismo di un’america più balorda contro l’immigrato che qui viene rappresentato da un giovane ragazzo messican. E forse a Øvredal ci è scappata anche una citazione a “Nightmare – Dal profondo della notte” di Wes Craven, in una scena ambientata in una prigione dove proprio questo ragazzo sta per essere vittima dell’ennesimo attacco da parte dell’identità malvagia.

Vediamo poi il dramma di una adolescente che vive sola con il padre e che si colpevolizza del fatto che la madre li abbia abbandonati e che cerca di sopprimere questo senso di colpa nella sua passione per il mondo horror. Altra dimostrazione di come anche questa passione possa aiutare molti giovani ragazzi e non traviarli o deviarli come in molti potrebbero pensare.   

In conclusione reputo “Scary Stories to Tell in the Dark” una piacevole sorpresa e un buon film horror per ragazzi che possono aprirsi al genere visionando pellicole come queste, senza pensare che il cinema dell’orrore sia solo ed esclusivamente mostri e spaventi, ma sia anche e soprattutto dramma. Il dramma della nostra vita, con le sue difficoltà, i suoi traumi e le sue contraddizioni e anche se tutto questo ci può risultare terribilmente spaventoso, è con la nostra forza e quella degli affetti che coltiviamo a darci la spinta giusta per affrontare i veri mostri che sono quelli che ci portiamo dentro.