Storia di un fantasma: quando la vita finisce e il sogno inizia
REGIA: David Lowery ● CAST: Casey Affleck, Rooney Mara, Will Oldham, Liz Cardenas, Franke Sonia Acevedo, Carlos Bermudez, Yasmina Gutierrez, Brea Grant, Augustine Frizzell, David Lowery, Kesha Rose Sebert, Rob Zabrecky, Grover Coulson, Kenneisha Thompson, McColm Sephas Jr., Barlow Jacobs ● GENERE: drammatico, fantastico, romantico ● DURATA: 93 minuti ● DATA DI USCITA: 18 Aprile 2018 (Italia)
“PERCHÉ È COSÌ DIFFICILE?”
Storia di un fantasma del 2017 per la regia di David Lowery.
David Lowery aveva già mostrato la sua bravura ne Il drago invisibile (2016) che, dal quel che mi dicono, tra tutta la zozzeria che la Disney ci sta riservando nell’ultimo periodo, era anche un bel film. Ma qui questo giovane regista dimostra di trovarsi pienamente a proprio agio anche in produzione semi-indipendenti e proprio da quest’ultima nasce il progetto di mettere in piedi un dramma basato sulla vita di una giovane coppia che ha appena acquistato la nuova casa, ma che verrà colpita improvvisamente da una terribile tragedia che li separerà e al contempo li riavvicinerà.
Di più non vi voglio dire, perché alla prima visione il film mi ha spiazzato e mi ha tenuto fisso sullo schermo dal primo all’ultimo secondo, lasciando pure scorrere i titoli di coda, senza che mi aspettassi qualche scena post-credit di marvelliana memoria.
Rooney Mara e Casey Affleck sono stupendi, anche se quest’ultimo verrà alquanto nascosto nel corso della narrazione, eppure in una storia dove le battute sono ridotte all’osso, questa coppia di giovani attori è riuscita, attraverso un semplice scambio di sguardi, a commuovere ed a far trasparire molte più emozioni di quante se ne potrebbero descrivere a parole.
Un film minimalista che fa della messa in scena il suo cavallo di battaglia. Storia di un fantasma usa come base una regia ed una messa in scena che apparentemente sembrano semplici e molto statici, con un formato 4:3 che a molti ha ricordato i post di Instagram, quando è stato il primo formato utilizzato nei cortometraggi del cinema muto. Eppure il dinamismo con cui il regista inquadra i suoi personaggi e come sceglie e fotografa l’ambiente dove l’azione si svolge è un qualcosa di veramente stupendo e basterebbe questo per reputarlo un gran bel film.
Oltre a questo però la storia che potrebbe anche qui sembrare semplice se non banale, eppure l’inquietudine che si prova e il forte senso di solitudine e di sconforto riempiono ogni sequenza ed ogni istante della narrazione e la cosa stupenda è che di fronte allo spettatore persiste un’immagine molto familiare che potrebbe essere in molti casi collegata ad un qualcosa di infantile.
Da qui un contrasto fortissimo che tiene lo spettatore in perfetto equilibrio tra la giocosità di ciò che vede e il dolore fortissimo che si percepisce.
Un film che parla della perdita, ma parla anche di un legame fortissimo e, soprattutto nella parte finale, ci vorrà rivelare molte scene appartenenti alla vita della coppia, prima che la tragedia si consumasse, dandoci così l’ultimo colpo di coda per farci intuire quanto il nostro attaccamento alla vita e alle cose terrene sia di per sé una grossa e grassa cavolata. Perchè in realtà il tempo che abbiamo a disposizione non sappiamo quando o come verrà fermato e il timore che spesso e volentieri coviamo per questo tipo di cose ci lascia interdetti al “fenomeno” morte, per così dire, che tendiamo ad esorcizzare, come se non fosse parte integrante della nostra vita e questo, penso, provochi in ognuno di noi una sicurezza farlocca e manipolatrice.
Con questo meccanismo ci sentiamo falsamente al sicuro, ma nella realtà dei fatti siamo fortemente insicuri o crediamo di poter avere il controllo, ma comunque fingiamo che il nostro tempo non possa finire. Ci trastulliamo così nell’egoismo e nell’egocentrismo, comprando, spendendo, compiendo mille azioni inutili per star bene più con noi stessi che non per un sano altruismo. E così facendo miniamo anche le nostre relazione, soprattutto quelle a cui teniamo di più.
Ed è questo che Storia di un fantasma mostra e dimostra, portarci ad un finale meraviglioso, dove all’interpretazione si lascia libero sfogo, ma credo che in quell’istante lui abbia capito quanto lei lo amasse, seppur lui abbia sbagliato e seppur lui sia rimasto a guardarla incessantemente mentre lei viveva la sua vita.