15 arresti in Israele durante le proteste contro il governo del premier Netanyahu

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Manifestazione per la liberazione degli ostaggi in Isralee: 7 arresti

Ancora proteste in Israele, con la polizia che ha arrestato 15 persone dopo la manifestazione contro il governo del premier Netanyahu di ieri sera a Tel Aviv. La polizia ha spiegato che i fermati avrebbero continuato a rimanere per le strade anche dopo che la protesta si era conclusa, violando l’ordine pubblico e cercando di bloccare il traffico accendendo falò sulle carreggiate. Si sarebbero registrati anche scontri con le forze dell’ordine.

Intanto, sul fronte dell’offensiva, Netanyahu, in una discussione strategica con i responsabili della sicurezza, avrebbe detto che l’obiettivo di Gerusalemme è di avviare un fronte di guerra con il Libano il prima possibile. “La situazione nel nord non può continuare. L’Idf deve prepararsi per un’ampia campagna in Libano”, ha detto il premier. A riportarlo è stato Channel 13, che ha riportato che i funzionari della sicurezza ritengono che il fronte a nord richiederà una riduzione delle forze che combattono a Gaza. Inoltre, secondo un collaboratore anonimo di Netanyahu, non sono stati fissati i tempi per il trasferimento, ma potrebbe avvenire tra qualche settimana o qualche mese.

Sull’altro fronte alti funzionari di Hamas hanno dichiarato ai rappresentanti di altre organizzazioni palestinesi di aver espresso la volontà di posticipare il ritiro israeliano dall’Asse Filadelfia e dal Corridoio Netzarim
fino alla fine della fase finale dell’accordo per la tregua e la liberazione degli ostaggi. La proposta, riferita da Haaretz, consentirebbe a Israele di rimanere sulla rotta Filadelfia , ovvero al confine tra Gaza e l’Egitto, e nel corridoio Netzarim, che taglia in due Gaza, durante l’attuazione delle diverse fasi dell’accordo, a condizione che venga stabilito un calendario per il completo ritiro di Israele da Gaza e la fine della guerra.