Afghanistan, capo talebano a Kabul per formare il governo. Herat, fatwa contro le classi miste
Sono passati sei giorni da quando l’intero Afghanistan è stato occupato dai talebani, tornati al controllo del Paese vent’anni dopo la missione americana. E proprio mentre dagli Stati Uniti Joe Biden continua a difendere la decisione di ritirare le truppe americane dal Paese promettendo di rispettare gli impegni presi, in Afghanistan inizia a prendere volto il nuovo governo. Nella tarda serata di ieri sono arrivati a Kabul, da Kandahar, il mullah Abdul Ghani Baradar e altri leader dell’ufficio politico talebano. Secondo quanto riportano alcune fonti, i leader talebani di diverse parti del Paese si stanno radunando nella capitale per avere consultazioni sul futuro governo dell’Afghanistan. Intanto, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ‘Khaama’, i talebani nella loro prima fatwa, avrebbero già stabilito che non sarà più permesso alle ragazze di frequentare classi miste nelle università pubbliche e private della provincia di Herat, nella parte occidentale del Paese.
Nel frattempo il nuovo dominio talebano si mostra in tutto il suo orrore. Diffonde la paura casa per casa, dove gli islamisti cercano – porta a porta – ex attivisti, artisti e persone che si erano schierate in passato contro il regime. Gli operatori di Emergency raccontano che le raffiche di armi semiautomatiche continuano giorno e notte nella capitale mentre cresce il caos all’aeroporto, dove da giorni gli scontri “sono una realtà ancora viva e presente”.
Anche Amnesty International lancia una nuova denuncia: i talebani hanno massacrato e torturato diversi membri della minoranza Hazara: terza etnia del Paese di fede sciita, storicamente perseguitata dai talebani e dallo Stato islamico, rischia un nuovo genocidio. Gli ultimi nove omicidi si sono verificati a luglio scorso: “La brutalità a sangue freddo”, è la denuncia di Amnesty, “è un orribile indicatore di ciò a cui si potrebbe andare incontro”.