Afroamericano ucciso: proteste davanti alla Casa Bianca
Ancora una notte di duri scontri e proteste a Minneapolis, nonostante l’arresto dell’agente di polizia che nei giorni scorsi ha provocato la morte dell’afroamericano George Floyd, soffocandolo, tenendo premuto il ginocchio sul suo collo per nove minuti.
Centinaia di persone sono scese in strada nonostante gli appelli della polizia e delle autorità a restare in casa dopo la decisione di imporre il coprifuoco a partire dalle 20 di ieri sera.
Le manifestazioni si sono spostate anche davanti alla Casa Bianca, dove centinaia di persone si sono radunate per invocare giustizia e denunciare la brutalità della polizia. La Cnn ha riportato momenti di tensione quando un giovane bianco è stato portato via dagli agenti, con la folla che reagiva inferocita.
“Chiedo ai residenti di rispettare il coprifuoco e di andare a casa immediatamente – ha scritto in un tweet il governatore del Minnesota, Tim Walz – Gli agenti devono rispondere alle emergenze, ripristinare l’ordine e garantire la sicurezza degli abitanti del Minnesota”.
Proteste anche ad Atlanta, in Georgia, dove i manifestanti nella notte hanno attaccato il quartier generale della Cnn lanciando oggetti contro gli agenti di polizia disposti all’ingresso della sede dell’emittente. In città è stato dichiarato lo stato d’emergenza.
Intanto sono arrivati i primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di George Floyd, che escludono la morte per asfissia. “Vogliamo un’autopsia indipendente”, chiedono i familiari della vittima attraverso il loro avvocato. Ed emergono nuove ombre dal passato dell’agente arrestato per l’omicidio: Derek Chauvin aveva già ucciso un uomo, aveva partecipato ad una sparatoria risultata fatale per un altro e ricevuto almeno 17 lamentele durante i suoi quasi 20 anni di servizio al dipartimento di polizia locale.