Allarme Onu sul caldo record. Ambientalisti e agricoltori opposti sulla norma sul “ripristino della natura”
La situazione mondiale del clima non migliora e preoccupa gli esperti dell’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu, secondo cui dopo un giugno record, la prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata. Già a luglio la Spagna ha dovuto fare i conti con una forte siccità determinata dalle temperature elevate, il Canada brucia da settimane, mentre Cina e Stati Uniti sono strette nella morsa di feroci ondate di caldo che stanno già avendo “impatti potenzialmente devastanti sugli ecosistemi e sull’ambiente”. Colpa anche del ritorno prorompente de El Niño che periodicamente ritorna, ma soprattutto del riscaldamento globale.
Il caldo eccessivo è un pericolo per la nostra salute. In termini assoluti l’Italia è stato il Paese europei dove si è registrato il maggior numero di decessi attribuibili al caldo durante l’estate 2022. A seguire Spagna e Germania. Il tasso di mortalità legata ai picchi di calore nel nostro Paese segna 295 morti per milione.
I più colpiti: anziani e donne. La mortalità femminile è stata del 63%maggiore rispetto a quella maschile con 35.406 vittime donne e 21.667 uomini per milione. In totale in Europa sono stati 61.672 i decessi attribuibili alle temperature eccessive tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022.
Croce rossa: per gli anziani il numero 1520. In questo periodo dove al caldo spesso si associa anche la solitudine, la Croce rossa italiana ha attivato un servizio di informazione e telecompagnia attraverso il numero di pubblica utilità: 1520. Una forma di prevenzione per le persone che si trovano in condizioni di fragilità e che in questo periodo dell’anno hanno bisogno di maggiore attenzione e sostegno.
In Italia otto città da bollino rosso: Roma, Rieti, Firenze, Torino, Perugia, Bolzano, Frosinone e Latina. Il caldo africano che non intende allentare la morsa, potrebbe prolungarsi per tutta la settimana, mentre in Alto Adige scatta l’allerta gialla per il maltempo.
Ambientalisti e agricoltori pro e contro la norma sul “ripristino della natura”. A Strasburgo intanto è andato in scena uno scontro tra ambientalisti con a capo Greta Thunberg e agricoltori spalleggiati dal capogruppo del Ppe Weber, su questa discussa norma, ma di cosa si tratta?
Mercoledì 12 luglio gli europarlamentari sono chiamati a votare sulla Nature Restoration Law: un provvedimento renderebbe la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge. Appoggiato dalle associazioni ambientaliste, è criticato dagli agricoltori: questo provvedimento punta sullo strumento legislativo per il ripristino degli ecosistemi degradati e per fermare la perdita di biodiversità. Tra gli obiettivi c’è anche quello di combattere il cambiamento climatico .entrambi gli schieramenti manifestano davanti all’Eurocamera. La legge renderebbe la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge.
Le accuse di Greta Thunberg: “Fino a oggi i politici hanno dimostrato di aver sempre tradito la nostra fiducia. Hanno avuto molte opportunità di dare valore alle loro azioni ma hanno fallito tutte le volte, oggi speriamo che dimostrino il contrario”. “Chiedo agli eurodeputati di non bocciare questa legge e anzi di votare per un testo il più forte possibile”, ha rimarcato l’ambientalista svedese a Strasburgo.
Nessun incontro tra il capogruppo del Partito Popolare Europeo Manfred Weber e la Thunberg previsto all’interno dell’Eurocamera a margine del dibattito in Aula. A comunicarlo è stato il portavoce di Weber, Dirk Gotink. “È un peccato che Greta Thunberg non entri al Parlamento europeo. Non vedevamo l’ora di discutere con lei. Il nostro invito è ancora valido”, commenta Gotink.