Alta tensione in Kosovo, feriti 14 militari italiani della Kfor negli scontri con manifestanti serbi
Terremoto nel cuore dei balcani. La contrapposizione etnica sta registrando una pericolosa escalation nel nord del Kosovo dove ieri nuove tensioni sono sfociate in violenti scontri fra militari della Forza Nato e manifestanti serbi che si oppongono all’entrata in servizio di nuovi sindaci di etnia albanese nei quattro maggiori Comuni del nord a maggioranza serba.
I nuovi gravi incidenti sono avvenuti a Zvecan, dove i militari della Kfor hanno affrontato i dimostranti serbi che assediavano da ore la sede del Municipio locale per impedire al nuovo sindaco di insediarsi nel suo ufficio. Negli scontri i militari hanno fatto largo uso di sfollagente, lacrimogeni e bombe assordanti, mentre i serbi hanno risposto con un fitto lancio di sassi, bottiglie, molotov e altri oggetti.
Pesante il bilancio degli scontri, con decine di soldati Nato rimasti feriti, 14 dei quali italiani, del nono Reggimento alpini L’Aquila. In un primo momento si era parlato di 41 militari coinvolti ma in serata il comando della Kfor ha riferito di 34 soldati feriti di varie nazionalità. Tre dei nostri connazionali hanno riportato ferite abbastanza serie – per lo più ustioni per il lancio delle molotov e fratture – ma non sono in pericolo di vita.
Ha immediatamente condannato l’attacco la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “E’ inaccettabile e irresponsabile” ha detto la premier avvertendo che non saranno tollerate altre azioni del genere. Hanno espresso la vicinanza delle istituzioni ai soldati i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto. Il vicepremier ha anche telefonato al presidente serbo Aleksandr Vucic e al primo ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che “ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell’Unione europea. La violenza è inaccettabile”.