Attentato a Trump. L’FBI: “Terrorismo interno. Il cecchino aveva esplosivo in auto”
Gli Stati Uniti sono ancora sotto shock per l’attentato a Donald Trump. Il tycoon, per come sono andate le cose, deve considerarsi un miracolato. Una mossa del capo diversa e il proiettile esploso da un cecchino durante un comizio in Pennsylvania, avrebbe centrato in pieno la testa dell’ex presidente americano; invece, The Donald ha riportato solo una ferita all’orecchio destro.
Nella circostanza, Trump è rimasto cosciente, si è accucciato per evitare altri proiettili e si è rialzato. Subito dopo, mentre veniva portato via dal Secret Service, Donald Trump ha alzato il pugno in modo rabbioso e grintoso verso la folla. Come a dire: “Non ce l’hanno fatta a eliminarmi, sono ancora vivo e voglio tornare alla Casa Bianca”.
Il bilancio definitivo della sparatoria. Trump è riuscito a salvarsi, mentre un ex capo dei vigili del fuoco presente al comizio ha perso la vita e altre due persone sono rimaste gravemente ferite dal folle col fucile. L’attentatore è stato ucciso dalla polizia. E’ stato identificato come Thomas Matthew Crooks, 20 anni, nato in Pennsylvania. Il 20enne ha aperto il fuoco da un tetto di un edificio situato nelle vicinanze del palco del comizio di Trump.
Altri dettagli sulle indagini. L’attentatore aveva materiale esplosivo nell’auto con la quale ha raggiunto il luogo del comizio. Il New York Times scrive: “La polizia avrebbe trovato un altro ordigno esplosivo in casa. Come riferito dal suo staff, ‘Trump sta bene’. Dimesso dopo un paio d’ore dall’ospedale, il tycoon si è fatto sentire sui social, ‘non mi arrenderò mai’, ha scritto”. L’ex presidente peraltro non interrompe la campagna elettorale: andrà alla convention di Milwaukee.
Le reazioni. Il presidente Joe Biden ha commentato: “Sono felice che sia salvo”. La Casa Bianca ha parlato poi di “una telefonata breve e rispettosa” tra il presidente democratico e il suo avversario e sfidante repubblicano in vista di USA 2024. Melania Trump: “Un mostro l’attentatore di mio marito”.
Le critiche ai servizi segreti. Stephen Moore, consigliere senior della campagna elettorale di Donald Trump, ha espresso dubbi sulla preparazione del Security Service: la principale forma di protezione per gli ex presidenti americani. A conferma di queste falle, c’è la testimonianza di una persona che afferma di aver visto il presunto tiratore spostarsi da un tetto all’altro prima degli spari e di aver avvisato la polizia. Ma nessuno si è mosso. L’Fbi indaga per terrorismo interno e precisa: “L’attentatore ha agito da solo”.