Attentato alla moschea al Rawda: Al Sisi promette il pugno di ferro e un mausoleo per le vittime
In Egitto è caccia agli autori dell’attentato di venerdì alla moschea di al Rawda di Bir al Abed, situata a una quarantina di chilometri a ovest del capoluogo del Sinai del Nord, El-Arish. L’aviazione militare egiziana ha distrutto alcuni veicoli utilizzati nell’attacco, insieme ad alcuni magazzini che contenevano armi e munizioni. Lo ha reso noto il portavoce delle forze armate del Cairo, Tamer el-Refai. La Procura generale egiziana, in una nota, ha comunicato che i terroristi che hanno ucciso 305 persone, di cui 27 bambini (128 i feriti), avevano la bandiera dell’Isis: “Erano tra 25 e 30. Sono arrivati a bordo di cinque vetture 4×4”. L’attacco, non è stato ancora rivendicato ufficialmente.
La moschea era considerata un luogo di preghiera della comunità sufi, corrente islamica ritenuta “politeista” dall’interpretazione sunnita più radicale, in quanto incoraggia il culto dei “santi”.
Il presidente Abdel Fattah Al Sisi, che ha promesso il pugno di ferro contro i terroristi, ha dato subito mandato alle forze armate di costruire un mausoleo commemorativo gigante dedicato “ai martiri dell’attentato terrorista”, lo scrive l’agenzia egiziana Mena citando una fonte ufficiale.
Dalla trasferta di Tunisi dove ha incontrato il presidente Beji Caid Essebsi il premier italiano Paolo Gentiloni ha espresso la sua vicinanza al popolo egiziano: “Siamo colpiti dalla strage terroristica avvenuta ieri nel nord del Sinai, abbiamo espresso solidarietà all’Egitto e vicinanza alle vittime”. “Questa orribile strage è segno del rischio che le forze che hanno combattuto per Daesh insieme a gruppi di Al Qaeda e altre forze jihadiste possano essere una minaccia grave. Dobbiamo contrastarle insieme”, ha aggiunto Gentiloni.