Biodiversità, a rischio circa un milione di specie
Un grido di allarme per la salute del Pianeta Terra. Circa un milione di specie animali e vegetali scompariranno in un lasso di tempo relativamente breve. In pratica, un ottavo di quelle che popolano il pianeta. A lanciare l’allerta è l’organismo Onu sulla biodiversità, riunitosi a Parigi e dove erano presenti i rappresentanti di 130 Paesi.
È un dato choc quello annunciato dalla Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi (Ipbes) che dalla capitale francese ha chiesto formalmente ai leader mondiali di passare all’azione quanto prima, perché non tutto è perduto. L’unica speranza di evitare il peggio, secondo gli esperti, è quella di porre fine allo sfruttamento intensivo degli ecosistemi per le attività umane. “La salute degli ecosistemi da cui dipendiamo si sta deteriorando più velocemente che mai” ha detto il britannico Robert Watson, presidente dell’Ipbes, al termine dei lavori.
Gli effetti ed il calo di alcune specie animali sono già sotto gli occhi di tutti, come indicato nel rapporto che l’Onu ha divulgato alla fine dei lavori. Giusto per fare qualche esempio: in Europa le specie più colpite sono l’allodola, in quaranta anni il calo è del 50%, così come nello stesso periodo di tempo è sceso del 38% il numero della piccola farfalla blu. Non solo. A rischio estinzione ci sarebbero anche le api, i pipistrelli, i ricci e gli scoiattoli rossi.
La diminuzione delle varie specie in natura avrà effetti anche sul vivere quotidiano, secondo gli esperti: dal cibo all’energia, dall’acqua potabile alla produzione di farmaci fino all’assorbimento del CO2. “La quantità di elementi della natura che sfruttiamo a vario titolo è immensa. Ed è fondamentale per l’esistenza e la prosperità della vita umana. Anche perché la maggior parte di tali materie prime non è sostituibile”, precisa il rapporto Onu. Tra gli esempi concreti citati, la dipendenza dal legno per la produzione di energia per più di due miliardi di persone, le medicine naturali che ne curano 4 miliardi e la necessaria impollinazione del 75% delle colture da parte degli insetti, specie maggiormente a rischio estinzione.
La conclusione del rapporto è allarmante. La maggioranza degli scienziati afferma che la Terra è all’inizio della sesta estinzione di massa della sua storia, ma la prima attribuita all’uomo e alle sue attività.