Brasile. L’ex presidente Lula si consegna. Sconterà 12 anni per corruzione
Lula da Silva, alla fine, si è arreso. Arroccato all’interno del sindacato metallurgico da giorni e protetto dai suoi sostenitori, dopo una giornata difficile l’ex presidente brasiliano si è consegnato alla polizia federale. Lula aveva già due ore prima tentato di lasciare l’edificio, ma i suoi sostenitori glielo avevano impedito, costringendolo a rientrare.
Alle 18,40 ora locali (mezzanotte in Italia) ha lasciato a piedi il quartiere generale del sindacato, ha attraversato un vicolo ed è salito su un’auto della polizia federale che lo aspettava lì vicino.
Portato in aereo a Curitiba, è stato trasferito nella sede della Soprintendenza dove inizia a scontare la condanna a 12 anni per corruzione. Qui ha trovato ad attenderlo sia i sostenitori che gli oppositori, che hanno festeggiato lanciando fuochi di artificio. “Mi consegno alla polizia a testa alta, non ho paura. Proverò la mia innocenza e mi chiederanno scusa”, aveva dichiarato Lula durante il suo discorso dopo aver partecipato a San Paolo a una messa in memoria di sua moglie, scomparsa l’anno scorso, portato fisicamente in trionfo dalla folla.
Lula nel suo discorso è tornato ad attaccare la magistratura e ad accusarla di aver mentito. “Hanno mentito – ha detto – e quello non posso perdonare è che hanno trasmesso alla società l’idea che io sia un ladro“.