Cessate il fuoco a Gaza, accordo più lontano: Israele non va al Cairo
Diplomazia ancora una volta a lavoro per tentare di arrestare il conflitto in Medio Oriente prima del 10 marzo, in concomitanza con l’inizio del Ramadan, mese di digiuno dei musulmani. Oggi delegazioni di Hamas, Qatar e Stati Uniti sono giunte al Cairo, in Egitto, per riprendere i colloqui di mediazione volti a raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza, dopo quasi cinque mesi di guerra. Israele, però, si è rifiutato di sedersi al tavolo dei negoziati.
Fonti di Tel Aviv hanno riferito al quotidiano Yedioth Ahronoth che “nessuna delegazione andrà fino a quando non riceveremo risposte da Hamas, che includano i nomi dei rapiti vivi che saranno rilasciati nell’accordo”. Richiesta che ha trovato la dura opposizione di Hamas, non disposta a rilasciare informazioni sugli ostaggi fino a quando non sarà entrato in vigore “un cessate il fuoco completo e non sarà alleviata in modo significativo la sofferenza degli abitanti di Gaza”. I media israeliani hanno parlato di “risposte parziali” da parte di Hamas e di un “clima di crisi” sulle trattative. “Finché non avremo risposte concrete, non ha senso inviare alcuna delegazione al Cairo”, ha chiarito una fonte politica citata dalla radio pubblica Kan parlando di “richieste assurde” da parte di Hamas.
Non si arrestano intanto i raid. Le forze armate israeliane hanno continuato l’offensiva contro Hamas bombardando praticamente su tutta la Striscia. Il ministero della Sanità di Gaza guidato da Hamas, afferma che 25 persone sono state uccise a Rafah dagli attacchi di Tel Aviv tra ieri e questa mattina. Mentre il ministero della Sanità di Gaza fa sapere che almeno 15 bambini sono morti di disidratazione e malnutrizione nel nord della Striscia.
In attesa di un cessate il fuoco, aumentano gli sforzi internazionali per l’assistenza umanitaria. Gli Stati Uniti, dopo l’annuncio del leader della Casa Bianca Joe Biden, hanno dato il via all’operazione aiuti con gli aerei militari, lanciando gli aiuti per la popolazione. Aiuti che lo stesso presidente Usa ha definito “insufficienti”. Intanto arriva l’ennesimo appello di Papa Francesco: “Fermatevi! Non si costruisce così un mondo migliore”. Domani, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite discuterà in due sessioni separate al mattino e al pomeriggio, della guerra a Gaza.